“Mazzette” alla Samsung, condannato per corruzione l’erede del colosso sudcoreano

di Redazione

L’erede della famiglia fondatrice del gruppo Samsung, Lee Jae-yong, è stato condannato a 5 anni di reclusione in Corea del Sud per corruzione, appropriazione indebita, falsa testimonianza e altri reati. La Procura di Seul aveva chiesto una condanna a 12 anni.

Lee era imputato nell’ambito dello scandalo che ha portato all’impeachment e poi all’arresto della ex presidente della Repubblica Park Geun-hye.

Il vicepresidente della Samsung Electronics ha sempre negato di avere mai cercato favori politici. Il manager, arrestato a febbraio, avrebbe promesso o versato 43,3 miliardi di won (38,3 milioni di dollari) a Choi Soon-sil, la confidente e “sciamana” di Park, al fine di ottenere il sostegno del fondo pensione pubblico al piano di riassetto intragruppo il cui scopo era di rafforzare il suo controllo sulla catena di comando del gruppo. Sul totale, 20,4 miliardi di won sarebbero finiti a Mir e K Sports, fondazioni dubbie riconducibili a Choi.

Lo scorso marzo la Corte costituzionale sudcoreana ha approvato all’unanimità l’impeachment del presidente Park Geun-hye. La procedura era stata avviata a dicembre dal Parlamento per il coinvolgimento nello scandalo partito dalla sua stretta confidente Choi Soon-sil. Park è decaduta così dalla carica.

Choi Soon-sil, la “sciamana” e confidente della ex presidente sudcoreana, si è “immischiata in affari di Stato”. E’ una delle motivazioni alla base dell’impeachment accolto dalla Corte costituzionale. Il testo del provvedimento, letto dal presidente della Corte Lee Jung-mi, punta il dito contro “la fuga di molti documenti riservati” da parte di Park e relativi ad affari di Stato. Choi Soon-sil si trova in carcere per l’accusa di aver interferito nelle attività del governo e costretto grandi aziende a versarle ingenti quote di denaro.

Secondo il presidente della Corte costituzionale, Park ha violato la Costituzione e la legge, nascondendo la verità e zittendo i critici. Perdendo l’immunità, Park potrà ora essere processata per le accuse penali di corruzione, abuso di potere ed estorsione per aver agito in collusione con Choi. Il tribunale ha anche accusato la Park di aver richiesto mazzette al gruppo Samsung in cambio di favori del governo, tra cui su una fusione nel 2015.

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