Napoli, parrucchiere denunciò il pizzo: abbandonato, chiude e lascia la città

di Redazione

Napoli – Due anni fa si ribellò al racket, denunciando i suoi estorsori. Da allora il parrucchiere Salvatore Castelluccio, titolare di un salone a Napoli, “Pianeta Donna”, padre di due figli, vive e lavora sotto scorta. In tutto questo tempo, a parte le solite passerelle politiche, è stato completamente abbandonato al suo destino, sia per l’assenza delle istituzioni (tranne che della Polizia, sempre al suo fianco) che per il drastico calo dei clienti, impauriti dalla situazione.

E così Salvatore ha deciso di mollare, chiudendo la sua attività e lasciando Napoli. La sua idea è quella di restare un altro mese nel capoluogo campano, poi trasferirsi eventualmente a Sorrento. Ma le difficoltà economiche che lo attanagliano rischiano di comprometterne la professione.

Una vicenda che ricorda quella di Ciro Scarciello, il salumiere della Duchesca che pure si è visto costretto a chiudere il suo negozio dopo aver rilasciato dichiarazioni contro la camorra e la scarsa attenzione delle forze dell’ordine sul territorio.

Era il febbraio 2016, Castelluccio raccontava a Le Iene di aver denunciato e fatto arrestare dalla polizia il boss Raffaele Trongone, detto “Lelluccio”, e i suoi emissari che gli fecero visita nel suo negozio in largo Ecce Homo, imponendogli una “rata” mensile di 300 euro, poi salita a 2mila dopo che il parrucchiere aveva licenziato una donna che aveva assunto nel suo negozio su indicazione del boss.

“Dispiace e, soprattutto nei confronti del Comune, è ingeneroso, anche se è umanamente comprensibile”: commento il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. “La vicinanza che noi abbiamo dato, per quello che può fare il Comune, è stata forte – ha spiegato il primo cittadino – solo io sono stato tre volte in quell’esercizio commerciale, tantissime persone del Comune e amici sono andate a tagliarsi i capelli per sostenerlo, Alessandra Clemente lo ha seguito più volte con altri collaboratori, con Ciro Corona di resistenza anticamorra abbiamo lavorato insieme, gli abbiamo anche dato soluzioni, cose che il Comune avrebbe voluto fare concretamente”. “La storia è un po’ diversa da quel che appare – ha concluso de Magistris – ma mi fermo qua perché apprezzo chi denuncia gli estorsori, quindi avrà sempre la mia vicinanza anche quando esprime critiche immotivate e ingiuste nei confronti del Comune”.

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