SANTARPINO. Il sindaco di SantArpino e consigliere provinciale Eugenio Di Santo condivide le preoccupazioni espresse dal collega Angelo Brancaccio in merito alla comunicazione del ministero degli interni secondo la quale, la nuova ripartizione dei collegi, …
… unifica Orta di Atella e SantArpino, che compongono il collegio originario, con il comune di Succivo. Una scelta che non può che avere conseguenze negative ha dichiarato Di Santo una decisione che mi ha preoccupato fin dal momento in cui ho appreso della notizia. Ed è per questo che, già lo scorso venerdì, informato del provvedimento, mi sono immediatamente attivato segnalando la questione al prefetto, al ministero degli interni e al presidente Zinzi. Non cè alcun dubbio ha continuato – che sia necessario ricorrere ad una riduzione dei costi della politica e che bisogna farlo nellinteresse della comunità. Ma è altrettanto innegabile che, adottare una misura del genere, significherebbe inevitabilmente nuocere alla politica stessa e a chi la fa con passione e dedizione, impedendo di fatto una rappresentanza del territorio. Si, perchè è assolutamente incontestabile che i tre comuni in questione siano molto estesi e, a maggior ragione, se il ministero fa riferimento al censimento del 2001. Si tratta di dati ormai datati e non più considerabili se si pensa che, in nove anni, le due popolazioni sono cresciute parallelamente di migliaia di abitanti. Come si può dunque pensare, che alla prossima tornata elettorale, con un collegio di riferimento tanto vasto, che supera addirittura i 50mila abitanti, possa essere eletto un consigliere provinciale? E perché privare i nostri territori di questa possibilità? Perché creare una sproporzione tanto evidente rispetto agli altri collegi? Non possiamo certo accettare una situazione del genere e, entro la data prestabilita che è il 26 novembre, sicuro del supporto dei miei colleghi, provvederemo a presentare le eccezioni al nuovo piano di ripartizione dei collegi. Tutto ciò ha concluso Di Santo per far sì che i cittadini non vengano privati a priori e ingiustamente di un loro legittimo diritto, ossia della possibilità di eleggere in provincia un proprio rappresentante.