Il governo spagnolo ha deciso di chiudere lo spazio aereo sopra Barcellona ai voli di aerei privati ed elicotteri in occasione del referendum, dichiarato “illegale” da Madrid, per l’indipendenza della Catalogna. La misura, operativa fino a lunedì, non riguarda i voli commerciali dell’aeroporto El Pratt e quelli di emergenza. Secondo i media catalani, l’obiettivo è di evitare immagini aeree delle manifestazioni che si terranno contro il blocco dei seggi.
Il portavoce del governo catalano, Jordi Turull, ha intanto confermato che domenica “si voterà pacificamente” dalle 8 alle 20 nonostante il divieto imposto di Madrid, e il vicepresidente Oriol Junqueras ha sottolineato che “né il governo né i cittadini della Catalogna stanno facendo nulla di male”.
Madrid, però, la pensa diversamente: il portavoce del governo spagnolo, Inigo Mendez de Vigo, ha assicurato che domenica “non ci sarà alcun referendum in Catalogna”, e che in ogni caso il presidente catalano Carles Puigdemont dovrà “rispondere davanti ai tribunali” per la “grave slealtà istituzionale” di cui si è reso responsabile. “Siamo in presenza di un processo di disobbedienza costituzionale – ha accusato Mendez de Vigo – contro una democrazia europea consolidata e prestigiosa come quella spagnola, in pieno XXI secolo”.
Intanto, il premier spagnolo Mariano Rajoy, che ha rinunciato a partecipare al summit europeo di Tallin per restare a Madrid, studia il piano per assicurarsi che la consultazione non avvenga: secondo quanto riportato dal quotidiano El Pais, il premier non potrà attivare l’articolo 155 della Costituzione spagnola, che sancisce il diritto di Madrid di “prendere le misure necessarie per obbligare le comunità autonome all’adempimento forzato degli obblighi imposti dalla Costituzione o per proteggere gli interessi generali della Spagna”, perché occorrono almeno cinque giorni per attivare le procedure necessarie. Ma Rajoy valuta l’ipotesi di emettere ordini governativi per assicurarsi che le istruzioni siano effettivamente messe in pratica da Josep Lluis Trapero, il maggiore dei Mossos, e dalle altre forze di polizia responsabili.
E l’Europa sta a guardare: Alexander Winterstein, uno dei portavoce della Commissione europea, ha spiegato che domenica “non faremo niente. Come tutti gli altri, guarderemo lo svolgersi degli eventi”.