Brasilia – Rimane in carcere in Brasile l’ex terrorista Cesare Battisti che nella giornata di ieri ha tentato la fuga verso la Bolivia a bordo di un taxi.
L’ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha passato la notte nel commissariato della città brasiliana di Corumbà, dove è stato accusato dalle forze dell’ordine di tentata esportazione di denaro non dichiarato al fisco. Battisti portava con sé circa cinquemila dollari e duemila euro in contanti, superando i diecimila Real brasiliani previsti con cui la legge dello Stato sudamericano impone la dichiarazione alla frontiera per portare con sé tale somma di denaro.
Il magistrato federale Odilon Oliveira ha affermato, durante l’udienza svoltasi in videoconferenza, che ci sono tutti i presupposti, onde evitare una fuga, per la custodia cautelare in carcere per l’ex terrorista condannato all’ergastolo in Italia per quattro omicidi.
I capi di accusa per Battisti sono quelli evasione fiscale e riciclaggio di denaro, anche se l’ex terrorista rosso si è difeso sostenendo che era diretto in Bolivia per “pescare e fare shopping”, giustificando, per tale motivo, il possesso dell’ingente cifra di denaro.
Con l’arresto di Battisti in Brasile si riapre, dunque, la possibilità dell’estradizione in Italia. La questione ha creato più volte in passato contrasti tra l’Italia e Brasile. All’ex terrorista dei Pac, infatti, è stato concesso dall’ex Presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, un “visto permanente” nel paese sudamericano che ha così impedito la possibile estradizione nel nostro paese per scontrare la condanna all’ergastolo dovuta a quattro omicidi commessi da Battisti tra il 1978 e il 1979.
Le trattative sull’estradizione sono aperte da anni, ma negli ultimi mesi l’esecutivo italiano, sotto la spinta del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, si è mosso in maniera più decisiva riguardo al caso, inviando tramite l’ambasciatore Bernardini una richiesta formale per la riapertura delle procedure di estrazione per consegnare l’ex terrorista alle autorità giudiziarie italiane.
Sull’estradizione si è espresso anche l’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha dichiarato che sconto della pena in patria per Battisti, restituirebbe “in parte ciò che è stato tolto alla nostra comunità e ciò che è stato inflitto alle vittime del terrorismo”.
Intanto anche lo stesso Battisti si espresso sulla possibilità di estrazione, dichiarando di “non temere di essere estradato in Italia”, perché si sente ancora “protetto” dal decreto dell’ex presidente Lula.