Riace, un modello da adottare…ma non in Italia

di Redazione

Il piccolo paese della Locride è conosciuto principalmente per il ritrovamento dei famosi bronzi ma la parte sconosciuta ai più è che ad amministrare questo comune è un sindaco di frontiera, un uomo che ha rivoluzionato totalmente il concetto di accoglienza e integrazione dei migranti: Domenico Lucano.Tanto da essere considerato, dalla rivista Fortune, tra i 50 uomini più influenti al mondo.

Noi della Rete di Cittadinanza e Comunità quest’estate abbiamo avuto modo di incontrarlo ed osservare da vicino la sua opera. A detta dei locali, fino agli anni precedenti all’amministrazione Lucano il piccolo borgo calabrese era in decadenza e l’inarrestabile spopolamento lo stava portando alla morte. Ma il primo cittadino, oggi al suo ultimo mandato, è stato lungimirante. Ha intravisto il potenziale economico che potevano apportare i migranti.

Con gli arcinoti 35 euro al giorno, di cui in troppi si riempiono la bocca senza sapere minimamente di cosa parlano, che Stato e Ue concedono per la gestione dei richiedenti asilo, anziché pagare affitti esorbitanti per megastrutture e tutto quello che ne consegue, il sindaco ristruttura le case disabitate e le assegna agli extracomunitari. Si inventa dei bonus da poter spendere in attività commerciali convenzionate e delle borse lavoro con le quali gli extracomunitari possono accedere ad una fonte di reddito aggiuntiva.

L’idea di Lucano è quella di responsabilizzare i richiedenti asilo, facendoli provvedere autonomamente all’economia domestica e alla gestione del, seppur minimo, reddito.Il modello funziona, il borgo si ripopola e nascono nuove piccole realtà commerciali. E anche il turismo comincia a rifiorire.

All’improvviso ‘il modello Riace’ subisce una battuta d’arresto. Quest’estate la prefettura competente ha bloccato i fondi destinati all’accoglienza del piccolo comune del reggino in quanto ci sarebbero delle irregolarità riscontrate nella gestione. Lucano chiede ed ottiene un’ispezione del ministero dell’Interno e a seguito di questa viene convocato dal Viminale a riferire sui fatti. Da quell’incontro sembrava che tutto fosse stato chiarito e che i fondi sarebbero stati sbloccati.

Ma accade l’esatto contrario: è di ieri la notizia che il primo cittadino e il presidente dell’associazione Città Futura (la principale associazione locale che si occupa materialmente della gestione dei migranti), vengono iscritti nel registro degli indagati e le accuse sono molto pesanti: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Ue, concussione e abuso d’ufficio, in concorso. Dai quotidiani si legge dello sconcerto di Lucano per queste accuse ma allo stesso tempo si dice fiducioso perché non c’è macchia nel suo operato ed esorta le autorità ad effettuare al più presto tutti i controlli necessari alla risoluzione della faccenda.

Le ipotesi che possono essere fatte su questa assurda vicenda, sono molteplici. Principalmente perché solleva molti interrogativi: Domenico Lucano ha elaborato questo sistema che è posto in opera da anni. Perché avrebbe dovuto commettere dei passi falsi solo negli anni 2014 e 2016 (periodo delle presunte irregolarità che avrebbe riscontrato la Prefettura)? Il sindaco in alcune occasioni è stato critico nei confronti del sistema di accoglienza e integrazione adottato a livello nazionale e normato dal governo centrale. Qualche potentato si è potuto sentire offeso dall’ “insolenza” di Lucano?

In attesa che venga fatta luce su una faccenda che lascia sgomenti anche noi della Rete, esprimiamo tutta la nostra solidarietà ad un uomo che col suo coraggio e la sua tenacia è riuscito dove molti, dall’alto delle loro posizioni di potere, hanno fallito e continuano a fallire miseramente.

 Rete di Cittadinanza e Comunità 

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