Traffico di carburanti su asse Libia-Sicilia, arrestato il maltese Darren Debono

di Redazione

Nella mattinata del 20 ottobre, i finanzieri del comando provinciale di Catania, coaidiuvati dai militari della Brigata di Lampedusa e della Sezione Navale di Catania, hanno tratto in arresto il maltese Darren Debono, 43 anni, coinvolto nell’indagine “Dirty Oil” (leggi qui) e destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Nei giorni scorsi era stato eseguito un provvedimento del gip del Tribunale etneo nei confronti di 9 soggetti costituenti un’associazione a delinquere internazionale dedita al riciclaggio di gasolio libico illecitamente asportato dalla raffineria libica di Zawyia e destinato, dopo miscelazione, ad essere immesso nel mercato italiano ed europeo.

Delle 9 persone destinatarie della misura, tre non erano state localizzate nel territorio italiano e tra queste anche il maltese Darren Debono oggi catturato in una struttura alberghiera di Lampedusa (Agrigento). I militari del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania hanno raggiunto le sue tracce dopo attento monitoraggio di alcune utenze telefoniche intestate alla sua cerchia familiare. Grazie anche a un’indicazione fornita dai colleghi della Questura di Agrigento circa i soggetti alloggiati sull’isola, i militari della Brigata del Corpo e delle unità navali del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo hanno reso immediata la localizzazione di Debono.

Darren Debono era una figura chiave dell’inchiesta in quanto, unitamente al catanese Nicola Orazio Romeo, aveva il ruolo di organizzatore del traffico, via mare, del prodotto petrolifero libico ricettato in Italia. Il maltese costituiva il punto di contatto con il libico Fahmi Mousa Saleem Ben Khalifa, alias “il Malem” (il capo), capo di una milizia armata stanziata nella zona costiera al confine con la Tunisia, anch’egli destinatario di misura cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione “Dirty Oil”.

Debono e Romeo, conosciuti come i “compari”, rappresentavano l’anello di congiungimento tra la componente libica dell’organizzazione criminale dedita al reperimento di enormi quantitativi di gasolio di provenienza illecita trafugati a Zawjia e quella italiana deputata alla successiva commercializzazione illegale nel mercato dei combustibili. I predetti avevano instaurato con l’amministratore delegato della Maxcom Bunker spa, Marco Porta, un legame decisivo per costituire la rete di due società commerciali (aventi la loro sede fittizia a Malta e in Tunisia) funzionale allo scopo di celare le tracce sull’origine illecita del gasolio libico.

In relazione ad ogni carico, Darren Debono indicava ai comandanti delle navi cisterna “Basbosa Star” e “Seamaster X” i porti italiani di destinazione finale fornendo loro anche le informazioni necessarie per trasferire il prodotto, a largo di Malta, a bordo delle navi di Gordon Debono.

Dalle investigazioni è emerso anche che Darren Debono e Romeo si erano recati a Zawyia (Libia) giungendo dal confine tunisino scortati dai miliziani libici capeggiati da Fahmi Mousa Ben Khalifa. In questi incontri gli arrestati contattavano soggetti libici vicini al N.O.C. (National Oil Corporation) al fine di verificare la disponibilità di ulteriori prodotti petroliferi (benzina e oli lubrificanti) da esportare illegalmente nel mercato italiano.

Allo stato, non sono stati localizzati nel territorio italiano i due libici Fahmi Mousa Saleem Ben Khalifa, alias “il Malem” il capo della milizia e Tareq Dardar, il collettore dei pagamenti e dei flussi finanziari veicolati su conti esteri in Tunisia, Libia ed Emirati Arabi.

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