Mazda, il mito si rinnova: provata la MX-5

di Bruno Allevi

Grottammare – Nel 1989 Mazda lanciò sul mercato un’auto destinata a fare epoca, la MX-5, chiamata anche Miata. La roadster giapponese è disponibile con due motori a benzina (1500 da 131 cv; 2000 da 160 cv), nelle varianti di carrozzeria Spider e Rf (la sigla Rf sta per Retractable Fastback e da chiusa ha forme da coupé. Scoprendola, in circa 13 secondi, premendo un tasto nella consolle centrale, ma solo con l’auto in movimento a meno di 10 km/h, la parte centrale del tetto e il lunotto si ripiegano nel baule facendo restare a vista la struttura posteriore, a dare un effetto “targa” decisamente accattivante), negli allestimenti Evolve, Exceed, Sport.

Con la nuova quarta serie, la Mazda MX-5 parte da un foglio bianco. Cambiano le dimensioni (la lunghezza perde 10 cm, scendendo a 392: meno di quella della prima MX-5 del 1989) e anche lo stile: abbandonate le linee morbide e un po’ retrò, la due posti giapponese sfoggia forme “mascoline”, con piccoli e minacciosi fari appuntiti.

Sparite anche le piccole “citazioni” che si tramandavano di generazione in generazione: gli indicatori di direzione laterali rotondi, la gobba centrale nel cofano e i fanali ovali. Internamente la nuova MX-5 punta decisamente sulla modernità: la plancia a sviluppo orizzontale ha gradevoli forme asimmetriche e ospita tre bocchette rotonde, più una sottile sotto lo schermo centrale. Quest’ultimo è montato a sbalzo e si comanda anche con una rotella e dei pulsanti posti alla sinistra della leva del freno a mano. Plastiche e montaggi sono di buona qualità: un passo avanti rispetto alla precedente MX-5. Caratteristica la parte alta dei pannelli porta verniciata nello stesso colore della carrozzeria.

Dall’interno si riesce comodamente ad alzare e abbassare la capote. Infatti la roadster del Sol Levante conserva la soluzione del tetto in tela con apertura manuale: se già in passato era possibile azionare la capote dal posto di guida, ora è ancora più semplice e l’operazione avviene senza contorsionismi. Per aprire, basta sbloccare un fermo sulla cornice del parabrezza e spingere all’indietro la capote, che si ripiegherà bloccandosi a vista dietro i sedili. Per chiuderla, c’è un fermo a molla e il tetto in tela viene “porto” all’altezza della nuca: in un paio di secondi, con un gesto ad arco del braccio, la capote è in posizione.

Test drive – La Mazda MX-5 guidata è stata la 2000 Exceed Spider da 30.090 euro. Nel 1989 Mazda ha creato una leggenda che ancora oggi è sinonimo di spider compatta, sportiva, leggendaria. La nuova generazione della MX-5, grazie alle sue forme ancora più compatte rispetto alla prima generazione di fine anni ’80, la più compatta fra quelle che si sono succedute in quasi 30 anni, fa divertire al volante, grazie alla posizione di guida rasoterra, a un abitacolo piccolo e avvolgente, a un contatto diretto uomo-macchina, senza nessun tipo di filtro. Piccola è la leva del cambio manuale, diretto e sportivo è lo sterzo, esaltante è il rombo del motore, acuito dal suono metallico e grintoso del terminale di scarico che manda in estasi chi guida questo concentrato di sportività giapponese. Il motore che scalpita e romba sulla MX-5 guidata è il 2000 Turbo Benzina da 160 cv. Vista la compattezza e la leggerezza di quest’auto, questo motore rende la MX-5 un missile che rende esaltante il mettersi al volante di questa auto sempre più leggendaria.

Listino prezzi – Iniziamo con la versione Spider: si va da 25.300 euro della 1500 Evolve per arrivare a 29.950 euro della 2000 Sport (Benzina). Ora il momento della Rf: si va da 28.000 euro della 1500 Evolve per arrivare a 33.150 euro della 2000 Exceed Cambio Automatico (Benzina).

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