Aversa e il problema della “movida selvaggia”: a Brescia i cittadini sono stati risarciti dal Comune

di Antonio Arduino

Aversa – Al di là dell’eventuale convocazione comitato dell’ordine e sicurezza, che di solito – almeno ad Aversa – non ha prodotto alcunché, se l’Amministrazione comunale non ce la fa a risolvere il problema creato in via Seggio dalla eccessivamente chiassosa movida che rende impossibile il sonno e l’ingresso negli edifici agli abitanti, potrebbe essere il giudice a risolverlo. Basterebbe denunciare alla magistratura la limitazione della libertà personale causata dall’incapacità dell’Ente locale a garantire una movida regolamentata per ottenere, quanto meno, un risarcimento economico del danno.

E’ quanto accaduto a Brescia dove il Comune è stato condannato a risarcire due residenti per i danni provocati dalla movida notturna in centro storico. Per il giudice Chiara D’Ambrosio del tribunale civile, a cui si sono rivolti i due residenti stanchi di dover sopportare gli effetti dannosi della movida presente nella loro zona ed in particolare delle emissioni sonore che arrivavano dai tanti localini, “…è innegabile – si legge nella sentenza – che l’ente proprietario della strada, ovvero il Comune, da cui provengono le emissioni denunciate debba provvedere ad adottare le misure idonee a fare cessare dette emissioni”. “Deve quindi – continua la sentenza – essere ordinata al Comune la cessazione immediata delle emissioni rumorose denunciate mediante l’adozione dei provvedimenti opportuni più idonei allo scopo”.

Da qui la condanna al Comune di Brescia di risarcire i due ricorrenti di 50mila euro dal momento che, scrive il giudice nella sentenza, “vi è stata una carenza di diligenza da parte del Comune convenuto a far cessare le emissioni di rumore, ovvero a riportare dette emissioni entro la soglia di tollerabilità”.

Un dispositivo giudiziario che se venisse adottato anche ad Aversa imporrebbe all’Ente locale di intervenire in maniera decisa per evitare di pagare i danni a decine di residenti di via Seggio, e non solo, che potrebbero far ricorso al giudice prendendo spunto da quanto avvenuto nella città lombarda.

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Redazione
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