Nella giornata di martedì 31 ottobre, il consigliere di opposizione del comune di Castel Volturno, Cesare Diana, ha presentato un’interrogazione al sindaco Dimitri Russo al fine di far luce sulla situazione del fabbricato “American Palace” e su come, in relazione alla faccenda, intende muoversi l’amministrazione comunale.
E’ da premettere che l’American Palace, storica area metropolitana di alloggio per americani legati alla base Nato, qualche anno fa fu oggetto di azione delle forze dell’ordine per lo sgombero di 90 immigrati e si trova a pochissimi passi dal mare, nella nota zona del villaggio Coppola.
“E’ alquanto singolare e poco chiara la vicenda dell’American Palace. – si legge nella nota stampa diffusa dall’esponente politico di Castel Volturno – Sembra, ma trasformerei facilmente questo termine in un’affermazione, che i componenti di questa maggioranza siano così impreparati da non saper leggere nemmeno la documentazione di un immobile. E cosa succede quando non si è all’altezza di ciò che si dovrebbe controllare. Si fanno solo figuracce.
Ma passiamo ai fatti. Nel 1988, con sentenza numero 399, il pretore ordina, sanzionando i proprietari, la demolizione di una villa su suolo demaniale, ma non dell’American Palace. Nel 1992 sarà proprio il pretore a dissequestrare l’immobile. Nel 1986, però, la proprietaria aveva presentato condono appellandosi all’ex legge 47/85 per l’intero stabile, pagando l’intera oblazione di circa 34.000.000 di vecchie lire.
Il primo cittadino si sveglia e cosa fa? Attesta assoggettabilità immobile alla legge 10/77. Viene concesso il nulla osta al rilascio della concessione edilizia in sanatoria del 28 novembre del 1992. Nel 2002 c’è l’immissione nelle fogne (altri soldi spesi). La pratica viene, a questo punto, definita, nell’anno 2007, dall’allora sindaco Nuzzo. Nel 2011, improvvisamente, ordinanza di demolizione. Nello stesso anno c’è il ricorso dal Tar, cui segue la documentazione amministrativa. Nel 2013 viene espresso parere igienico sanitario e concessa la licenza numero 34. Nel 2016, il 12 ottobre, vengono notificati i verbali del 1994 e del 2011, mentre viene sottoscritto anche il verbale di consegna dell’immobile, acquisito, in questa fase, come bene del patrimonio comunale. A novembre del 2016 c’è il ricorso al Tar.
In periodo di acquisizione dell’immobile, lo stesso viene vandalizzato e per il ripristino sono necessarie svariate migliaia di euro. Il Tar, intanto, prende tempo per la sentenza e, dinanzi all’amministrazione si è creato un bivio che conduce sempre e comunque all’oblio. Da una parte l’abbattimento dell’immobile per un costo totale di 1.200.000 euro; dall’altra il rimborso dei legittimi proprietari.
In entrambi i casi, l’ente finirebbe sul lastrico. Inoltre, dall’analisi della documentazione si evincerebbe l’assenza di una sentenza passata ingiudicata per l’abbattimento dell’immobile; pertanto i successivi atti amministrativi risulterebbero totalmente errati. Il rischio è che i costi di questo grande errore ricadano sui cittadini di Castel Volturno. Un consiglio, dimettetevi e lasciate fare a chi ne capisce”.