Nella mattinata dell’8 novembre, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Messina, a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate dalla Procura, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Messina e della compagnia carabinieri di Messina Sud hanno sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari il deputato regionale Cateno De Luca, a poche ore dalla sua elezione all’Ars nelle file dell’Udc, e Carmelo Satta in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro.
Cateno De Luca è stato eletto all’Ars con 5418 preferenze, nella lista messinese di Udc – Sicilia Vera. Il neo deputato era tra quelli considerati impresentabili dal M5s. “Sapevo già che mi avrebbero arrestato … perché già certi ambienti mi avevano avvertito! ed oggi più di ieri vi dico che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione. Nei prossimi giorni saprete il perché non vogliono che io faccia il sindaco di Messina”. Lo ha scritto in un post sul suo profilo Facebook il deputato regionale.
Nel dettaglio, attraverso le indagini è stato individuato un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori ed alla società Caf Fe.Na.Pi. s.r.l., riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Satta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette.
In sintesi, lo schema evasivo emerso prevedeva l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi s.r.l., individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta.
Al termine dell’attività investigativa è stato individuato un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini Iva che delle Imposte sui redditi delle società). Oltre alle due persone sottoposte agli arresti, sono state deferite a piede libero altri 8 associati.
Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi s.r.l., nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.
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