La Congrega Sant’Eufemia di Carinaro, nell’ambito delle iniziative socio-culturali e religiose, attraverso le notizie e le specifiche esperienze intende ripercorrere la storia della nascita delle nostre Confraternite sin dalla loro istituzione a Carinaro con un interessante convegno che si terrà sabato 25 novembre, alle ore 15.30, nella sala conferenze della parrocchia.
Dopo il saluto di don Antonio Lucariello, parroco di Carinaro e padre spirituale dell’associazione, vi sarà l’introduzione e l’excursus della storia del dottor Giuseppe Barbato, presidente Congrega, e relazioneranno don Michele Salato, delegato vescovile delle Confraternite della Diocesi di Aversa, e il cavalier Felice Grilletto, consigliere nazionale della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia e coordinatore regionale della Campania.
“Ci apprestiamo a vivere un’altra bella pagina della recente storia carinarese – spiega Giuseppe Barbato – con la trattazione di vissuti storici effettuati dai nostri antenati attraverso il culto ed in particolare le tradizioni religiose legato al mondo congregale. Infatti, a Carinaro, sin dal 1651, esistevano ben tre congreghe che, se le associamo alle quattro esistenti a Casignano, diventavano sette. La prima del Santissimo Sacramento veniva fondata canonicamente nel 1651; la Congrega del Purgatorio, invece, fu eretta a tale nel 1786 mentre quella del Santo Rosario legata alla bolla dell’Ordine Domenicano direttamente dalla casa provinciale di Napoli fu eretta con bolla vescovile nel 1881. E’ stato un piacere immenso – continua Barbato – aver ripercorso attraverso documenti e manoscritti, circa 350 anni della nostra origine, leggendo, capendo, riflettendo sull’impegno e sulla pratica di una fede genuina quale è stata la nostra, legata alle nostre radici cristiane”.
“L’aver pensato di ricordare – conclude Barbato – questa pia pratica delle associazioni laicali quali sono le congreghe nasce anche dal desiderio di narrare alle nuove generazioni tutto quello che negli anni passati è stato fatto nella nostra Carinaro e per il ruolo sociale che esse hanno sempre svolto da tra noi”.