CASERTA. A Lo Uttaro i rifiuti “tal quali” continuano a imputridire, a emanare la puzza e i gas acri della decomposizione. I gabbiani pascolano a schiere sulla spianata dentro il fosso prima di riprendere il volo per andare ad infettare nei dintorni.
Nelle zone che a mezzogiorno non sono ancora ricoperte di terra, i cumuli freschi superano i due metri e sembrano scaricati lì direttamente da sacchetti per l’immondizia: bottiglie di plastica intere, stracci, mocassini con suola di gomma, barattoli vuoti di alimenti di ogni tipo, un contenitore di margarina Vallè che appare nuovo, etichetta e tutto, neanche un po’ ammaccato, come se provenisse dallo scaffale di un supermercato. Questi rifiuti certo non subiscono i trattamenti previsti dalle norme e dichiarati dai responsabili. Esattamente com’è scritto nella perizia del dr. Giuseppe Lembo e del dr. Nicola Santagata, intorno alla quale è cominciato un gioco delle tre carte di contro-contestazioni. Il banco lo tiene il presidente della provincia di Caserta Alessandro De Franciscis, anche come responsabile-commissario dell’Acsa Ce3 che gestisce la discarica e membro del Comitato dei Garanti, incaricato di controlli a tutela della salute pubblica. Nel Comitato Lembo e Santagata sono i soli due veri tecnici. De Franciscis è ufficialmente controllore del proprio operato. Sarà conflitto d’interessi? Berlusconi ha fatto scuola nel centrosinistra. Una visita a Lo Uttaro l’hanno compiuta nella mattinata di sabato 26 maggio un giornalista e tre fotografi (Eduardo Castaldo, Antonino Sgrò, Loris Savino) provenienti da varie parti d’Italia, regolarmente ammessi, previo appuntamento e dopo consultazione con le autorità. I reporter non riescono a credere ai propri occhi. Uno di loro, che si è accostato di più ai cumuli, comincia a piangere per i gas irritanti della decomposizione. I quattro stentano anche a credere alle proprie orecchie. L’architetto Vagliaviello, responsabile della discarica, che fa da guida, spiega: «Qui arrivano la FOS (Frazione Organica Stabilizzata) e il sovvallo dall’impianto per CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) di Santa Maria Capua Vetere». Forse l’architetto conta sull’ignoranza dei giornalisti. O non ha le idee molto chiare. Un reporter chiede: «Ma la FOS non dovrebbe essere stabilizzata, non putrescente? E le bottiglie di plastica che c’entrano?». L’architetto risponde: «L’impianto CDR non funziona proprio come dovrebbe. E il resto è sovvallo». «Ma per sovvallo lei cosa intende?». «Quello che vedete qui», risponde l’architetto. «Quelle cisterne?», chiede un altro reporter. «In quelle raccogliamo il percolato, poi regolarmente lo portiamo via. I tubi a terra, invece, servono a trasportare il gas che si forma nel sottosuolo». «Percolato dalla FOS?». «Si. Percolato. È tanto. Per smaltirlo, presto aggiungeremo altre quattro cisterne». Lo Uttaro è a due passi da interi quartieri densamente abitati di quattro comuni. Ora che è arrivato il caldo, molti che abitano intorno a Lo Uttaro possono scegliere tra due forme di insonnia: sudare con le finestre serrate o aprire all’asfissiante Grande Puzza della discarica e dei suoi annessi. Questo è il modello “a basso impatto ambientale” celebrato dal supercommissario Bertolaso, da De Franciscis e dal sindaco di Caserta Petteruti.
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