Lo Uttaro chiusa, caccia ai siti provvisori

di Redazione

La discarica Lo UttaroCASERTA. Sarà discusso il 22 agosto, alle ore 11, davanti al giudice monocratico della X sezione del tribunale civile di Napoli Fausta Como – lo stesso magistrato che ha disposto la chiusura della discarica – il reclamo presentato dal prefetto Alessandro Pansa, in qualità di capo della struttura commissariale, contro il provvedimento.

Quasi tre settimane, un secolo per un territorio che adesso rischia di essere sommersa dai rifiuti. Ieri mattina l’ordinanza di sospensione delle attività a Lo Uttaro è stata notificata all’Acsa, il conto alla rovescia è già partito. Bloccato l’arrivo dei camion che conferivano i reflui della lavorazione del Cdr di Santa Maria Capua Vetere, gli operai del Consorzio Ce3 hanno iniziato una serie di piccoli lavori per mettere in sicurezza l’impianto. Nel capoluogo – che produce una media di 1200 tonnellate di rifiuti al giorno – gli effetti del provvedimento non sono ancora visibili ma la popolazione è già in allarme. «Il sito di trasferenza annesso al Cdr di Santa Maria ha ancora un po’ di capienza, ma nelle prossime ventiquattro ore – spiegano i tecnici della Sace, l’azienda che cura la raccolta in città – sarà saturo e quindi non potremo più prelevare l’immondizia dalle strade». Peggio di così: sotto sequestro il sito di trasferenza dell’Acsa, bloccato anche il mini-sito costituito dall’autoparco della Sace e quindi ogni soluzione-tampone, i camion non saprebbero davvero dove andare. D’altra parte, dicono in Provincia, il sistema è come quello dei vasi il comunicanti: fermo uno si ferma tutto. Lo Uttaro chiusa, infatti, significa che la macchina del Cdr di Santa Maria è destinata a incepparsi a breve in quanto non si libera del fos e degli altri residui della lavorazione dell’immondizia. Inceppato il Cdr, i siti di trasferenza (in questo caso quello annesso al Cdr, ma anche se fosse aperto quello dell’Acsa il discorso non cambierebbe) diventano saturi in poche ore, cioè indisponibili ad accogliere altri rifiuti. Conclusione: l’immondizia rimarrà a terra, dai cassonetti deborderanno montagne di sacchetti sotto il sole di agosto, maleodoranti e decomposti dalla temperatura africana.

La caccia ai siti alternativi, o meglio ai siti di stoccaggio provvisorio – perché discariche come quella di Lo Uttaro hanno bisogno di tempi lunghi – va avanti a pieno ritmo anche se per il momento senza apprezzabili risultati. Al commissariato di governo pare stiano valutando anche la possibilità di appoggiarsi – in parte – al Cdr di Caivano, una ipotesi comunque molto difficile. Un’altra strada potrebbe essere quella che passa per Villa Literno, con un modesto ampliamente dell’area già destinata alle ecoballe e confinante con Giugliano, però anche qui non mancano le controindicazioni. In Campania, la sola valvola di sfogo resta ancora il sito di stoccaggio di Macchia Soprana a Serre. Ma anche questo sito è in via di esaurimento: dovrà chiudere entro il 31 agosto. Intanto procedono i lavori nell’area attigua per utilizzare la nuova discarica.

da Il Mattino, sabato 04.08.07 (di Antonio Pastore)

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