CASERTA. “Angelo aveva 35 anni, viveva e lavorava a Mugnano, Christian ne aveva solo 16, viveva e lavorava a Bolzano. Angelo e Christian sono morti assassinati nei loro rispettivi cantieri di lavoro.
Si la colpa è dei cantieri, quei cantieri dove la sicurezza del lavoro viene chiesta nel mondo politico e sindacale, dove si chiedono maggiori controlli e ispettori in ogni cantiere. Ma per far questo è necessario costruire un meccanismo di tutela e di sostegno alla denuncia da parte dei lavoratori in merito alle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro: esattamente come per gli imprenditori che denunciano il racket, vanno istituiti misure di sostegno per i lavoratori che denunciano la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro”. Ebbene il no global Francesco Caruso questa volta, secondo me, non ha esagerato. Le sue parole, certo toccanti e incompatibili con la facciata perbenista del parlamento, hanno smosso le acque. C’è gente che muore per lavorare, per sopravvivere. Cose scomode nell’Italia figa di Valentino Rossi. Finalmente un onorevole, senza la cravatta, una volta tantosi sveglia nel dorato mondo da parlamentare e dice una cosa seria anche se di sinistra estrema (spero non estremista) vogliamo zittirlo? Basta con questi sinistroidi con la barca proletaria o con l’onorevole di turno preoccupato più del bacio gay che del mare di monnezza che inonda la nostra regione. Ammiro molto il coraggio di Caruso, devo dire che analizzando bene le sue parole c’è da riflettere molto, infatti chi oggi si trova in condizioni di precariato sul posto di lavoro (tipico degli anni 30) lo deve tutto a quei personaggi che ha citato duramente Caruso. A nulla sono valse tante conquiste di diritti dei lavoratori quando sul posto di lavoro devi pensare addirittura ad essere simpatico al tuo datore oltre che a romperti il c..o sperando che fra sei mesi non ti caccia come un cane. Altro che democrazia, provateci voi a vivere con figli, fitto da pagare, medicine, libri da acquistare per far studiare i tuoi figli, multe varie e lavorare in queste condizioni. Quale futuro si prospetta per i giovani? Secondo me ci sono pregiudicati peggiori di Caruso. Quel che dice è giusto, è il pensiero di tante persone normali, costrette a lavorare in condizioni pericolose da contratti capestro che non permettono lotte per la sicurezza. Spero che dopo questa sortita di Francesco si smuova qualcosa nel mondo del lavoro! sia riguardo ai datori di lavoro che impongono condizioni inumane, sia riguardo a certi lavoratori che non rispettano le regole e i parametri salariali e poi ricattano datori di lavoro e colleghi! E’ vero Caruso non avrà scelto le parole più adatte, ma sicuramente c’è qualcosa che nella nostra Italia non va. Mille e duecento morti sui posti di lavoro in un anno, una media di quattro morti al giorno, qualcuno diceva, neanche in guerra muoiono tante persone. L’on. Francesco Caruso, per concludere, ha scelto le parole sbagliate ma per una giusta questione. Coloro che oggi hanno un lavoro precario hanno la spada di Damocle sulla testa e non hanno il coraggio di denunciare operazioni pericolose, infatti alle loro proteste c’è il licenziamento. Bene cari signori prima del pacchetto Treu e della legge 30 (Biagi) questo non succedeva.