Discarica Lo Uttaro, decisione entro sette giorni

di Redazione

La discarica Lo UttaroCASERTA. È durata circa un’ora e mezza la discussione dei reclami presentati dal consorzio Acsa Ce3 e dell’Avvocatura dello Stato davanti ai giudici della seconda sezione del tribunale di Napoli.

In Camera di Consiglio, oltre al presidente di sezione, Oscar Bobbio, e al giudice relatore, Silvana Sica, erano presenti i legali delle parti interessate, che si sono confrontati in maniera a tratti piuttosto vivace. A rappresentare il consorzio Acsa Ce3 c’era l’avvocato Arturo Testa (che ha sostituito Antonio Nardone), mentre per conto dell’Avvocatura dello Stato ha esposto il legale Del Vecchio. I reclami sono stati presentati a seguito della decisione del giudice monocratico della X sezione civile del tribunale di Napoli, Fausta Como, che aveva accolto il ricorso ex articolo 700 del codice di procedura civile presentato da un gruppo di abitanti del villaggio Saint Gobain di Caserta (assistiti dall’avvocato Luigi Adinolfi), decretando la chiusura della discarica de Lo Uttaro, avvenuta tre settimane fa. Lo stesso tribunale di Napoli, però, appena un giorno dopo decise di riaprire il sito, avendo ravvisato un rischio igienico-sanitario dovuto alla mancata raccolta e allo stoccaggio di rifiuti in tutta la provincia di Caserta. Dal canto suo, l’avvocato Luigi Adinolfi, in rappresentanza dei ricorrenti casertani, ha confermato le tesi contenute nel documento di diciotto pagine consegnato tre giorni fa, nel quale viene sostenuta con forza l’inadeguatezza del sito Lo Uttaro come sede di una discarica. È stata ribadita, poi, la richiesta di una bonifica integrale nell’area attualmente interessata dalla struttura in cui vengono conferiti i rifiuti. Il collegio dei magistrati ha ascoltato le parti (non è stato ritenuto opportuno sentire i diversi “informatori”, quasi tutti appartenenti al comitato emergenza rifiuti) e si è riservato di decidere in merito ai reclami presentati da Acsa Ce3 e Avvocatura dello Stato. È ipotizzabile, come avviene sempre quando si ha a che fare con le procedure d’urgenza, che un responso definitivo arrivi nel giro di una settimana. Da questo fondamentale pronunciamento, poi, deriverà buona parte del futuro del ciclo rifiuti della provincia di Caserta. Un’eventuale conferma della decisione del giudice Como, infatti, porterebbe alla chiusura della discarica de Lo Uttaro e, inevitabilmente, alla ricerca di un nuovo sito da destinare alla raccolta della spazzatura. Se dal mondo delle istituzioni prevale il massimo riserbo fino a quando non verrà pronunciata una sentenza da parte della magistratura, sul fronte comitati c’è la speranza che i giudici possano tenere in conto le motivazioni già espresse da Fausta Como nell’ordinanza che originò la chiusura de Lo Uttaro all’inizio di agosto. In particolare, la Como parlò di «danno alla salute pubblica» legato alla scelta del luogo, spiegando che l’amministrazione, pur di risolvere il problema dello smaltimento rifiuti, aveva preferito “privilegiare una soluzione frettolosa a discapito della salute delle persone”. Questa decisione aveva provocato una sorta di terremoto politico. Alla preoccupazione del presidente della Provincia, Sandro De Franciscis, si era aggiunta la dura dichiarazione del sindaco di Caserta, Nicodemo Petteruti, che nell’occasione aveva addirittura parlato di “Stato contro Stato”. Gli animatori della battaglia contro la discarica Lo Uttaro confidano che venga confermata la decisione del 2 agosto scorso, giungendo alla chiusura del sito e alla successiva bonifica dell’area. A loro dire, infatti, il luogo in cui vengono tuttora conferiti i rifiuti è inquinato e ci sarebbero anche dei rilievi pronti a confermarlo. A questo punto non resta che aspettare la decisione da parte del collegio dei magistrati del tribunale di Napoli. Un momento davvero cruciale per questa storia infinita della discarica Lo Uttaro, iniziata lo scorso novembre con la firma del protocollo d’intesa tra Bertolaso, De Franciscis e Petteruti, e destinata a offrire una pagina che ancora una volta farà discutere.

da “Il Mattino”, 23.08.07 (di Sergio Beneduce)

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