Cesa C’è: “Siamo garantisti ma esiste una questione morale interna al Pd”

di Redazione

Cesa – E’ la terza volta da quando l’amministrazione Guida è in carica che il nostro paese e l’Ente comunale subiscono danni per le condotte di chi invece dovrebbe tutelarne l’immagine. In passato abbiamo preferito il rigoroso silenzio (a parti inverse sarebbe accaduto tutt’altro, conoscendo certi personaggi), ma ormai la misura è colma. Oltretutto, continuando a tacere per il senso delle Istituzioni e la signorilità che ci appartengono, correremmo il rischio di alimentare la strafottenza e l’arroganza di chi evidentemente crede di poter fare ciò che vuole impunemente, tentando furbescamente di far passare per fatto privato tutto ciò che non gli conviene.

Il confine tra “privato” e pubblico è molto sottile quando si tratta di soggetti con ruoli pubblici e responsabilità istituzionali, soprattutto se, per fatti “privati”, un intero paese ed il Comune (la casa di tutti i cittadini) occupano per giorni le prime pagine dei quotidiani, gli uffici dell’ente vengono perquisiti ed è disposto il sequestro di pc in uso al Comune. Siamo garantisti per convinzione e attenderemo il Riesame per chiedere o meno formalmente e pubblicamente le dimissioni del sindaco Guida ma la torbida ed inquietante vicenda che vede come presunti colpevoli due tesserati del Pd (lui e il padre) e come sicure vittime l’ex moglie e un dirigente del Pd, l’avvocato Raffaele De Michele, pone una questione morale (ma non solo…) tutta interna al Pd.

Esiste poi una importante questione politica, visto che parte delle sudicie, morbose e squallide buste spedite a decine di incolpevoli destinatari, contenevano anche una parte testuale volta ad alterare il clima politico nel paese. Troviamo assurdo il silenzio del Pd che, se non ricordiamo male, dice da anni di avere a cuore certe tematiche e di combattere tali odiosi reati. Una delle tristemente note buste è stata inviata anche al nostro capogruppo consiliare che ha doverosamente e correttamente provveduto ad informare chi di dovere. Un atto vile moralmente e politicamente. E man mano che i fatti iniziano ad essere più chiari e i presunti colpevoli hanno nomi e cognomi, la cosa diventa ancora più grave e ci impone una risposta adeguata per il profondo rispetto che abbiamo per i nostri dirigenti, per i nostri simpatizzanti e per i nostri elettori. Fino a quando non sarà provata l’innocenza e l’estraneità del sindaco rispetto ai gravi fatti a lui contestati, con lui non potremo avere alcun sereno e rispettoso rapporto istituzionale.

Pertanto, fino ad allora, i nostri rappresentanti in Consiglio comunale non parteciperanno a riunioni, commissioni e consigli comunali. Cesa C’è condanna fermamente tutto questo squallore ed esprime piena solidarietà alle vittime e alle loro famiglie. Il nostro gruppo si è sempre comportato responsabilmente, rispettando Cesa, i suoi cittadini e le sue Istituzioni. Per quel senso del dovere che ha sempre ispirato la nostra condotta, siamo pronti a fare un ulteriore sacrificio per il bene di Cesa, assicurando il numero necessario a mettere fine immediatamente a questa infelice consiliatura. Ci rivolgiamo ai consiglieri di maggioranza: meglio finirla qui. Il nostro paese non merita tutta questa vergogna. Dimettetevi, siamo disponibili a farlo anche noi, subito. Diamo alla gente di Cesa la possibilità di tornare alle urne e di scrivere una pagina più dignitosa e decorosa della sua storia.

Il gruppo Cesa C’è

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