CASERTA. Il presidente della Provincia di Caserta De Franciscis finora ha concretizzato le sue buone intenzioni per l’ambiente soprattutto con la creazione della discarica illegale e inquinante ubicata nella cava Mastropietro, in località “Lo Uttaro”, a poche centinaia di metri dalle abitazioni di quattro comuni con una popolazione totale di ben 200.000 persone.
Dopo l’ultima estate, tra Caserta e dintorni tutti conosciamo la puzza della discarica e ne temiamo i danni. Ci è stato raccontato che la scelta è caduta sul quel sito, nonostante ben otto alternative possibili, unicamente per una questione di urgenza. Così recita il Protocollo d’Intesa firmato da De Franciscis e dal Sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, suo compagno di cordata. Ma questa è la prima bugia: dalla firma del documento all’approntamento della discarica sono passati sei mesi, per approntare un sito diverso sarebbero bastati 60 giorni. Il sito Mastropietro è stato definito dal Bollettino Ufficiale della Regione Campania, nel settembre 2005, “sito di interesse nazionale” per il suo alto grado di inquinamento. La sola cosa che ci si poteva e doveva fare era la bonifica a spese dei proprietari. Ora, dopo la sciagurata decisione della riapertura, i proprietari hanno richiesto addirittura un risarcimento danni per l’occupazione dell’area! Va ricordato che accanto al luogo dell’attuale discarica c’erano, e ancora ci sono, un sito di trasferenza e uno di stoccaggio per rifiuti, ereditati dall’ex Sindaco Falco. In zona esistono altre grandi discariche esaurite e chiuse, ma che per molti anni avranno impatti negativi sul territorio. Ciò significa che non si è tenuto alcun conto della legge sull’emergenza rifiuti in Campania del dicembre 2006, che stabiliva il divieto pressoché totale di creare nuove discariche in zone già gravate da altri impianti assimilabili. Chi ha deciso una simile follia per la quale ora giocano tutti a scaricabarile? La discarica si è riaperta da sola? Cerchiamo di ricostruire. Sappiamo che l’oggetto del progetto preliminare era l’adiacente cava Mastroianni, detta “Torrione”. Tanto è vero che i rilievi per l’avvio, foto e saggi del terreno, riguardavano proprio la cava Torrione. E il progetto definitivo contiene la voce “decespugliamento e rimozione alberi” per una spesa di 70.000 euro. Gli alberi, come si rileva dalle foto, erano nella cava Mastroianni. Nella cava Mastropietro non c’era vegetazione di rilievo perché era già coperta da una membrana di materiale plastico. Il Consorzio Acsa Ce3, guidato da De Franciscis in qualità di Commissario, ha ottenuto l’incarico per la gestione della discarica stessa. De Franciscis ha poi nominato direttore del Consorzio, e quindi responsabile operativo dell’impianto, l’ingegnere Limatola, il quale si è impegnato a non consentire irregolarità, pena le sue dimissioni dall’incarico. La gestione però si è svolta con carenze paurose e pericolose per la salute pubblica. Lo dicono le analisi effettuate dal Laboratorio Chelab, incaricato dallo stesso Consorzio Acsa Ce3, in base alle quali, lo scorso due agosto, il giudice Como di Napoli ha decretato la chiusura della discarica, poi riaperta perché il commissario Pansa ha opposto discutibili motivi di emergenza regionale. Dalle analisi della Chelab risultavano sversati a Lo Uttaro rifiuti talmente inquinanti da non poter essere conferiti nemmeno in discariche per rifiuti pericolosi. Inoltre le inadempienze operative hanno generato nell’invaso enormi quantità di liquido velenoso detto “percolato”. Lo confermano le relazioni delle ispezioni compiute negli ultimi mesi dai garanti nominati dal Commissario Emergenza Rifiuti. Non contento di averci riempiti di rifiuti pericolosi e di percolato, oltre che di puzza, De Franciscis prosegue proponendo di costruire nel territorio della provincia termovalorizzatori, ovvero inceneritori, sempre a pochi km da Caserta. L’inceneritore è un impianto che brucia di tutto, riempie l’aria di veleni, di alcuni dei quali non si sa molto se non che fanno male e possono uccidere. De Franciscis stesso ha fatto campeggiaresulle sue gigantografie propagandistiche diffuse la scorsa estate per tutto il territorio migliaia di volte la scritta “Prendetevela Con Me”. Cos’altro dobbiamo aspettare che combini per accontentarlo?
ricevuto da: “Comitato Emergenza Rifiuti”