Castellammare di Stabia, scacco al clan Fontana: 8 arresti

di Redazione

Otto arresti a Castellammare di Stabia (Napoli) nell’ambito di un’operazione anticamorra compiuta dalla polizia contro il clan Fontana, i cosiddetti “Fasani”, attivi nel quartiere dell’Acqua della Madonna. Nel luglio scorso fu ucciso ad Agerola, uno degli storici leader del clan, Antonio Fontana, all’uscita della pizzeria “Li galli”, luogo in cui era andato assieme a moglie ed amici.

Nel blitz sono finiti in manette Catello, Giovanni, Francesco, Ciro ed Alfonso Fontana, rispettivamente di 52, 51, 50, 25 e 19 anni, assieme a Vincenzo Lucarelli, 19enne. Tra le persone catturate risulterebbero anche F.G., 20 anni, e L.P.G., di 15, accusati assieme agli altri di tentato omicidio, spari in luogo pubblico e porto illegale di arma da fuoco. Gli arresti sono l’epilogo delle attività investigative messe in atto a seguito del ferimento con colpi di pistola di Gaetano Cavallaro, avvenuto a Castellammare di Stabia il 10 dicembre 2016 all’esterno di un bar di corso Garibaldi.

Le indagini condotte consentivano di stabilire che la sparatoria era stata preceduta da una lite per futili motivi avvenuta poco prima a distanza di un centinaio di metri dal luogo della sparatoria, tra F.G., all’epoca dei fatti minorenne, ed un altro soggetto, tra i quali si era frapposto Cavallaro. Immediata la reazione, con un raid punitivo nei confronti di Cavallaro ad opera dell’intero nucleo familiare del minore, ovvero i destinatari delle ordinanze emesse stamane, realizzato con l’utilizzo di bastoni e due pistole, un revolver con canna lunga ed una pistola semiautomatica. Il commando, individuata la vittima seduta al tavolo di un bar, incurante della presenza di numerosissimi giovani presenti per la movida della domenica sera, sopraggiungeva a bordo di quattro moto e gli esplodeva contro un colpo che lo attingeva agli arti inferiori, percuotendo con bastoni altre persone presenti e in qualche modo legate a Gaetano Cavallaro.

La ricostruzione esatta delle operazioni criminose è stata conseguita grazie alle indagini, l’acquisizione di dati ed informazioni, perquisizioni e analisi dei filmati di videosorveglianza comunale. Una “spedizione punitiva” compiuta con assoluta disinvoltura e spregiudicatezza, in orario notturno, in pieno centro cittadino, nei pressi di esercizi commerciali ancora pieni di clienti, da più persone armate, a testimonianza della capacità criminale degli indagati e della loro pericolosità sociale e inclinazione a commettere reati. I sei maggiorenni sono stati tradotti al carcere di Poggioreale, mentre F.G., all’epoca dei fatti minorenne, e L.P.G., tutt’ora minorenne, sono stati portati in due comunità di recupero.

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