Aversa – “Un’altra dura condanna per la dirigente scolastica del liceo Jommelli. Con questa ultima, decretata dalla quarta sezione del Tar Campania, la dirigente ha subito ben tre condanne dal tribunale del lavoro e dallo stesso Tar. Una quarta causa contro altri sette docenti dello Jommelli dovrebbe essere evitata perché la dirigente ha ritirato i provvedimenti disciplinari emessi nei confronti dei docenti. Possibile che l’Ufficio scolastico regionale, davanti a tutte questo sfascio, continui a rimanere inerte?”. Questa la domanda che pone Sergio Fabozzi, componente della Rsu del liceo Jommelli, nell’apprendere la notizia della decisione del Tar Campania che ha annullato l’ordinanza del 20 aprile 2015 con cui la dirigente affidava l’incarico di responsabile del servizio prevenzione e protezione a M.M., risultato al primo posto della comparazione degli esperti esterni al liceo partecipanti all’avviso di selezione, per titoli comparativi, indetto nel 2014, andato deserto, per individuare tra il personale interno al liceo il responsabile di questo servizio.
A ricorrere al Tar era stato Giovanni Di Grazia, docente del liceo artistico di Aversa, al quale, come sentenziato dal tribunale amministrativo, lo Jommelli dovrà pagare la somma di 1500 euro quale risarcimento, per non essere stato preso in considerazione per l’incarico, condannando, inoltre, il liceo a 2mila euro di spese legali. “La decisione del Tar è la logica conseguenza – spiega Fabozzi – del mancato rispetto delle norme che regolano l’assegnazione di questo incarico che impongono di ricercare il soggetto a cui affidarlo prima tra il personale interno alla scuola, in mancanza tra il personale scolastico degli istituti ricadenti nella zona, e, se ancora mancante, tra esterni. Cosa che nel caso del collega Di Grazia non è stato fatto dal momento che, come accertato dal Tar, M.M. non era dipendente da istituti scolastici della zona”.
“La decisone del Tar, però, – osserva Fabozzi – arriva con un po’ di ritardo perché intanto la dirigente scolastica dello Jommelli non ha riproposto il bando e ha prorogato l’incarico, che ha valenza annuale, fino ad oggi a M.M. che ha percepito per tre anni il compenso previsto per un incarico che non avrebbe dovuto ottenere, stando alla sentenza del Tar”. “Di tutto questo l’Ufficio scolastico regionale è stato informato dai sindacati. Tant’è che – aggiunge l’esponente della Rsu – su richiesta di circa 50 docenti, ha inviato all’istituto una ispettrice a verificare, ma dopo un anno di lavoro ancora non c’è stato alcun risultato malgrado io stesso sia stato interrogato per circa 4 ore, abbia consegnato documenti relativi al problema e indicato una ventina di nomi di docenti pronti a testimoniare”.
“Considerando che la sentenza del Tar apre la possibilità di valutare l’esistenza di danni erariali conseguenti al pagamento di un incarico non dovuto, e di spese legali accessorie, mi meraviglio – conclude il sindacalista – che nessuno intervenga per fare chiarezza, nemmeno la Corte dei Conti”.