“Chiamami con il tuo nome” diretto dal regista siciliano, dalla carriera decisamente internazionale, Luca Guadagnino è fra i nove candidati all’Oscar per il miglior film dell’anno. Questo uno dei verdetti emessi dall’annuncio delle nomination in occasione della novantesima edizione del riconoscimento cinematografico più prestigioso del pianeta. Quindi, a distanza di 19 anni da “La vita è bella” di Roberto Benigni e a trenta da “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci, una pellicola targata Italia si intrufola tra le produzioni a stelle e strisce maggiormente citate della stagione con pochissime ambizioni di vittoria finale, a differenza degli illustri predecessori, ma con l’orgoglio di dare, finalmente, lustro e visibilità alla Settima Arte nazionale.
In realtà, fra le quattro nomination ricevute dal nostro portacolori, ovvero film, attore protagonista, il giovanissimo Thimotée Chalamet, canzone, sceneggiatura non originale, appare proprio quest’ultima, trasposizione del romanzo omonimo di Andre Aciman curata dalla storica firma del britannico James Ivory, ad avere concrete possibilità di trionfo. Vedremo, ovviamente, cosa accadrà la notte del prossimo 4 marzo poiché, come già avvenne nella passata edizione, le sorprese possono, davvero, cambiare un verdetto già annunciato, anche, in corso d’opera, ma premiare, nuovamente, un’opera a tematica omosessuale pare, francamente, improbabile anche se non impossibile. Non mettiamo, perciò, limiti al fato.
Un fato favorevole, per il momento, all’ennesimo cineasta messicano attivo a Hollywood, quel gran genio di Guillermo Del Toro, che, grazie alla sua fiaba sottomarina, dai tratti decisamente horror, “The Shape of Water” porta a casa ben 13 nomination, tra le quali quelle per il film, la regia e l’attrice, la bravissima Sally Hawkins. Ed è, proprio, la categoria delle attrici protagoniste a presentarsi come una delle più incerte degli ultimi anni con almeno quattro aspiranti al successo, oltre alla Hawkins, Frances McDormand, Saoirse Ronan, Margot Robbie, e un outsider di lusso, l’immancabile Meryl Streep, giunta alla cifra record di 21 candidature. Poca lotta si preannuncia, invece, tra i colleghi uomini, dove a essere certo di avere un Academy Award, praticamente, in tasca è il redivivo Gary Oldman, indimenticabile conte Dracula per Francis F. Coppola, e ora impareggiabile Winston Churchill nel bellico “L’ora più buia” di Joe Wright.
I suoi rivali, gli emergenti Thimotée Chalamet, e Daniel Kaluuya, e gli ex vincitori Daniel Day Lewis e Denzel Washington, sembrano destinati a un ruolo di autorevoli, e per l’occasione sorridenti, comprimari. Da segnalare, infine, la nomination tra i migliori registi della debuttante Greta Gerwig, quinta donna della storia a ricevere un tale riconoscimento, mentre, indubbiamente, polemica, nei confronti del molestatore Kevin Spacey, sembra la nomination per l’ottuagenario Christopher Plummer, che in “Tutti i soldi del mondo” di Ridley Scott ha sostituito, in fretta e furia, il peccaminoso Spacey rigirando le sue scene in appena due settimane.
Uno sforzo produttivo da segnalare, ovviamente, con un subitaneo alloro da parte dei “sensibili” membri dell’Academy, che, in anni in cui a Hollywood tutti sapevano ma tacevano, premiavano, applaudivano e regalavano gli onori del palco più scintillante del mondo agli “orchi” Weinstein e Spacey.