CASERTA. Che quello del Pd in provincia di Caserta sarebbe stato un parto difficile era ormai un dato acquisito. Ma ora, e anche questo era nellaria, la contrapposizione tra i maggiorenti politici del nuovo partito sembra spostarsi sempre più verso gli equilibri alla Provincia.
Dopo il vice presidente Aldolfo Villani, non certo tenero nei confronti del presidente De Franciscis e le prospettive amministrative allente di Corso Trieste, è il capogruppo dellUlivo ed ex Ds, Pietropaolo Ciardiello, a intervenire. «Il Pd è ormai un risultato conseguito – argomenta Ciardiello – abbiamo un segretario nazionale, un segretario regionale e un coordinatore provinciale con unassemblea dei delegati. Ebbene, proprio questi due ultimi organismi, in attesa dellelezione definitiva del segretario provinciale, devono essere il motore di un nuovo modo di far politica. Altrimenti non si va da nessuna parte». Toni più concilianti, quindi, nessuna rottura da parte di Ciardiello, ma il tentativo di giungere ad un equilibrio che dia sostanza al neonato partito. «Alla Provincia abbiamo già costituito un gruppo di 16 consiglieri – aggiunge Ciardiello – ebbene io lho sempre fatto negli ultimi anni e continuo a farlo ora, chiedo una verifica programmatica e politica alla Provincia. Con la differenza che ora questa verifica va fatta in stretta sintonia proprio con il gruppo del Pd, di cui fa parte anche il presidente. In questi due anni sono state fatte cose buone, non bisogna demonizzare tutto, ma la priorità ora è rompere con il sistema del passato. Ciò vuol dire rinnovare senza se e senza ma, senza esclusioni e quindi sbaglia chi si autoesclude dal processo di rinnovamento». Difficile dire se Ciardiello si riferisca a Villani o De Franciscis. Lui la spiega così: «Il problema non riguarda mai le persone e, a mio giudizio, sbaglia chi personalizza il confronto. Il vero nodo è che noi, con il Pd, abbiamo una grande opportunità di cambiare registro alla politica, dobbiamo dimostrarlo anche nellazione amministrativa e subito. È la gente che deve cogliere la differenza tra un vecchio e un nuovo modo di far politica e ciò è possibile solo se diamo dimostrazione di rinnovamento, non basta parlarne». Il dibattito quindi prosegue. E ognuno lo porta avanti come meglio crede. Nicola Ucciero, altro ex esponente dei Ds, utilizza invece il blog del presidente De Franciscis per dire: «Subito dopo la sua elezione a coordinatore provinciale Sandro De Franciscis ha usato parole di grande misura e serenità, partendo dalla consapevolezza che un grande partito è tale solo quando guarda all”unità come allo strumento per trovare sintesi ed equilibri più avanzati e non come alla scorciatoia per nascondere la polvere sotto il tappeto. Quando tutto questo non è possibile un grande partito deve avere la maturità di confrontarsi in maniera “civile”, nel rispetto e nel riconoscimento delle diverse opzioni politiche e nella consapevolezze di vivere tutti sotto lo stesso tetto».
da Il Mattino, domenica 02.12.07 (di Claudio Coluzzi)