Blitz al Parco Verde di Caivano, smantellata piazza di spaccio

di Redazione

Caivano (Napoli) – Nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord, gli agenti del commissariato di polizia di Afragola hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 19enne e agli arresti domiciliari nei confronti di tre donne di 18, 36 e 38 anni, tutti residenti a Caivano, per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e resistenza a pubblico ufficiale.

Le attività di indagine volte a contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, consentivano ai poliziotti di individuare una piazza di spaccio collocata nell’androne di un palazzo situato nel Parco Verde di Caivano. Nello specifico la cessione dello stupefacente avveniva all’interno della scala protetta da un cancello di ferro ¬particolarmente rafforzato con serrature meccaniche – sul quale era stata ricavata una porticina attraverso la quale avveniva lo scambio. L’accesso alla scala era consentito solo dopo aver pronunciato una “frase chiave” in dialetto napoletano.

Nel corso di un’operazione di servizio il 31 dicembre scorso 2017 gli agenti del commissariato intervenivano sul posto e, dopo aver pronunciato la “parola d’ordine”, riuscivano ad accedere all’interno dell’androne notando un ragazzo, in compagnia di una giovane donna, maneggiare soldi e involucri di cellophane contenente sostanza stupefacente risultata cocaina. Nel corso delle operazioni le due persone – grazie anche all’intervento di persone loro compiacenti che, richiamati dalle loro urla, ne ostacolavano la cattura – riuscivano a dileguarsi.

Particolare resistenza e intralcio venivano posti in essere da due donne che aggredivano gli operanti proferendo anche frasi minacciose nei loro confronti. Solo successivamente, grazie alla conoscenza diretta da parte degli operatori di polizia, per precedenti annoverati, venivano identificati gli odierni destinatari delle misure cautelari: uno, quale figlio di una persona già nota alle forze di polizia, ritenuto dedito allo spaccio al momento dell’intervento, e la di lui convivente nonché le rispettive madri che, secondo la ricostruzione operata dalla polizia giudiziaria, avevano particolarmente ostacolato le operazioni di cattura consentendo la fuga dei propri figli.

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