Intervista al nuovo Prefetto Ezio Monaco

di Redazione

Ezio MonacoCASERTA. Anno nuovo prefetto nuovo. Si insedierà nel palazzo vecchio il prossimo 10 gennaio S. E. Ezio Monaco, in sostituzione di Maria Elena Stasi, passata a Campobasso.Dal dopoguerra in poi sarà il 22° ad occupare il posto di rappresentante del governo nella ricostituita provincia di Caserta.

Nato a Roma, ma di origini siciliane, il prefetto compirà quest’anno sessant’anni. Della sua Sicilia ha il temperamento di quegli uomini come Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello, Giovanni Gentile, Giovanni Verga, Salvatore Quasimodo che hanno contribuito molto alla crescita morale e sociale della nazione ed anche l’inflessione linguistica. E’ consapevole, il nuovo prefetto, di venire in un terra difficile con molti pregiudizi alle spalle nelle stanze del mondo che contano, ma è altrettanto certo che Terra di Lavoro ha delle grandi potenzialità da sviluppare e valorizzare tali da farle risalire la china su cui sta scivolando da oltre un decennio. Un declino che sembra inarrestabile.

“Sono molto contento di venire a Caserta – ha commentato dal suo ufficio al ministero dell’interno S.E. Ezio Monaco – mi hanno prospettato le difficoltà che si possono incontrare e che non sono poche, ma ritengo di potere contare sulla mia esperienza di vice prefetto di Roma in zone altrettanto difficili e sulla grande professionalità dello staff dell’ufficio che mi affiancherà”.

Malavita organizzata, crisi industriale e ancora emergenza ambientale saranno certamente le prime questioni che il rappresentate del governo si troverà sul tavolo. Ma non solo cose negative. Dovrà continuare quelle attività istituzionali, già messe in cantiere dal suo predecessore, come le celebrazioni per il 60° anniversario della costituzione di cui si sta interessando l’apposita commissione di esperti. Una provincia, quella di Caserta, che conta 104 comuni con esigenze e necessità molteplici e differenziate e su cui la prefettura ha sempre vigilato ed intervenuta. In più ci sono da controllare le infiltrazioni nella gestione dei municipi della malavita organizzata, compito non facile e su cui tempo addietro proprio la prefettura ha sciolto alcune amministrazioni comunali. “Staremo vicino alla gente ed alle realtà locali anche le più lontane dal centro – ha continuato il prefetto – il compito è quello di farci interprete delle necessità della collettiva ed aiutare ad amministrare”.

Non sono sfuggiti al prefetto gli aspetti geopolitici della provincia e le conseguenze di una nuova realtà metropolitana napoletana che per sua natura si espande conglobando il capoluogo di Terra di Lavoro. Fattore questo che, se da un lato può dare delle nuove opportunità, dall’altro finisce con il condizionare le scelte di un territorio che rischia di perdere del tutto la sua identità. “Mi hanno detto che ci sono intere zone che per storia tradizione e per modello di vita, e si sentono lontane dalla cultura casertana – ha concluso il prefetto – tutto l’aversano e l’agro ad esso connesso ha rapporti per interessi culturali ed economici con la vicina Napoli e si sente slegata dalla provincia madre. Da qui la necessità di politiche amministrative diverse da quelle altre realtà come le comunità montane del Matese e quelle al confine con il basso Lazio, che pure sono risorse importanti del territorio”.

Con la venuta a Caserta di S.E. il prefetto Ezio Monaco, va sottolineata una curiosità: molti vertici istituzionali della provincia sono guidati da siciliani. Infatti, dalla Trinacria provengono: il questore di Carmelo Casabona ed il comandate dei carabinieri colonnello Carmelo Burgio. Unica eccezione è il comandante della guardia di Finanza Francesco Mattana che è di origini pugliesi.

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