“In relazione alla notizia pubblicata oggi su alcuni quotidiani nazionali riguardante il signor Fausto Brizzi, rappresento che ad oggi, anche a seguito di una verifica effettuata nel corso della mattinata odierna, non risultano iscrizioni a suo carico presso la Procura della Repubblica di Roma”.
Lo scrive in una nota Antonio Marino, avvocato del regista, accusato di molestie da alcune attrici, alcune delle quali non identificate, nel corso della trasmissione Le Iene. “Il mio assistito, come già fatto in passato e in qualsiasi presente e futura circostanza, ribadisce di non avere mai avuto nella sua vita rapporti che non fossero consenzienti”, conclude l’avvocato.
La bufera su Brizzi si è scatenata dopo le dichiarazioni di alcune attrici al programma Le Iene (il suo nome, comunque, non è stato fatto in maniera esplicita) e dopo gli insulti piovuti via social network. Il regista di “Notte prima degli esami”, “Maschi contro femmine” e del recente cinepanettone “Poveri ma ricchissimi”, si è difeso dichiarando di “non avere mai avuto nella vita rapporti non consenzienti” e scegliendo di sospendere, per il momento, il proprio lavoro.
In una lettera inviata agli organi di stampa dal suo avvocato Brizzi spiegava “di aver appreso con grande sconcerto da articoli apparsi sulle pagine di alcuni quotidiani dell’esistenza di ipotetiche segnalazioni di molestie fatte da persone di cui non viene precisata l’identità. Procederò in ogni opportuna sede nei confronti di chiunque abbia affermato e affermi il contrario. In via precauzionale, e per evitare strumentalizzazioni, ho sospeso tutte le mie attività lavorative ed imprenditoriali. Chiedo a tutti il massimo rispetto della privacy della mia famiglia e, in particolare, di mia moglie”.
A scagliarsi contro il regista, poco dopo la pubblicazione della lettera, Asia Argento. “Querelaci a tutte! Non abbiamo paura!”, aveva scritto l’attrice su Twitter commentando l’articolo di Repubblica. La stessa Argento che fu tra le prime a denunciare il produttore americano Harvey Weinstein e ad aver aperto il dibattito sulla violenza nel mondo dello spettacolo.