Gli “esorcismi” di Don Michele Barone: nessuno si era accorto di nulla?

di Nicola Rosselli

Il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo è citato nell’ordinanza del giudice che dispone l’arresto di don Michele Barone e di altre tre persone solo perché ripreso dalla telecamera nascosta de Le Iene. Tuttavia, se non si può parlare di culpa in vigilando, c’è almeno la colpa di essere stato alquanto distratto su una vicenda e uno scenario, quello del tempio mariano “Mia Madonna, mia salvezza” di Casapesenna. Una vicenda che ieri  ha visto il pastore normanno sottoposto a cinque ore di interrogatorio da parte degli inquirenti (leggi qui).

Spinillo, o chi per lui, doveva vigilare. Nessuno si è accorto che nella piccola cappella del piano sotterraneo del tempio, don Michele Barone, secondo quanto emerso dalle indagini che hanno portato al suo arresto, avrebbe “confessato” le donne che cercavano conforto, toccandole, praticando riti di purificazione inventati di sana pianta, imponendo atti sessuali? Sempre e solo silenzio. Nessuno si è mai accorto di nulla nel tempio benedetto da Papa Giovanni Paolo II nel 1992 e sede di un ordine religioso non autorizzato dalla Chiesa? Proprio lì, in quel luogo chiacchierato sin dal suo sorgere, vivono circa 20 “sorelle” che indossano abiti grigi. I loro voti vengono rinnovati ogni anno, il 2 febbraio, ma non possono diventare suore perché, spiegano dalla Curia, “non fanno parte di un ordine monacale, ma di un’associazione religiosa”.

Non è possibile che si adottino provvedimenti contro questo “sacerdote” (faccio fatica a definirlo tale) solo dopo che il programma televisivo ‘Le Iene’ rende pubblico il caso. Chi dirige non può non conoscere comportamenti così eclatanti, così fuori dal comune. Cosa facevano gli altri sacerdoti del Tempio di Casapesenna? Quando si legge l’ordinanza dei magistrati sammaritani sembra quasi di leggere una sceneggiatura tra l’horror e l’erotico. I cultori del genere sarebbero entusiasti se si traducesse in un film. Si va dalla tredicenne non fatta più curare con le medicine, ma con riti che rivelano solo violenza fisica e la riduzione in schiavitù, a quanto fatto, almeno come si legge nell’ordinanza, con altre donne adulte.

“Don Michele ha costretto le vittime a subire abusi – si legge – in un’occasione si era tolto la tunica restando nudo e aveva costretto F.S. a praticare sesso orale”. Una pratica che, forse, gli era particolarmente gradita, visto che si ripete più volte nei racconti delle vittime. Poi, ancora, l’ennesima rivelazione da una vittima alla trasmissione Le Iene: “Oltre a Giada (nome di fantasia della bambina di 13 anni) ci sono state altre quattro che subivano esorcismi, alcune sui 15-16 anni”, racconta F.S., che aggiunge: “Lui sazia la sua carne con atti sessuali. Gli piaceva toccare, ma ha fatto anche qualcosa di più grave. A me”. “Nei confronti di R.C. venivano praticati riti medievali – scrivono i magistrati – le ‘benedizioni’ prevedevano che il sacerdote tirasse i capelli e le orecchie alle donne, le faceva posizionare in ginocchio e con la testa a terra, calpestando la testa con i suoi piedi». Don Michele avrebbe inoltre costretto dl donna a ingoiare olio e acqua santa mescolando l’acqua con la sua saliva e, infine, le avrebbe sputato in bocca aprendo le labbra con forza quando questa si rifiutava di ingoiare. Lo faceva perché, stando al racconto, la ragazza «era governata dal demonio”.

Secondo i magistrati il sacerdote, 42 anni, avrebbe generato “nelle giovani donne la convinzione di essere possedute dal demonio”, sottoponendole “a trattamenti disumani e lesivi della dignità”. Le vittime sarebbero state costrette a subire numerosi atti sessuali, “palpeggiamenti in zone erogene, denudazione e l’aberrante prassi di dormire, nude, insieme al prete e alla sua amante” durante i pellegrinaggi. E nessuno si è accorto di nulla…

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