Pd, le prospettive di Giuseppe Stellato

di Redazione

Peppe StellatoCASERTA. Terminato il Congresso provinciale del Pd, designati i nuovi vertici, si apre ora per la provincia di Caserta una nuova stagione politica che, con il suo 24% di elettorato espresso a favore del Pd, chiede attenzione e visibilità con progetti concreti non solo sulla carta.

Peppe Stellato, forte di una posizione in Consiglio Regionale che gli consente spesso di porre l’accento sulle problematiche del territorio, vuole fare ora un punto della situazione per avere una panoramica più chiara dei nuovi assetti politici e territoriali.

“E’ ormai trascorsa una settimana dal Congresso provinciale del Pd – commenta Stellatoc’è del nuovo lavoro da fare e del vecchio da riprendere. In qualità di portavoce della rappresentanza moderata del partito, ritengo con gli altri, che un partito quale il nostro, che non è monocorde, debba necessariamente riconoscere gli spazi anche alle componenti diverse, le cosiddette minoranze. Al momento noi siamo indiscutibilmente una componente forte e abbiamo esigenza di una visibilità di carattere politico e istituzionale. D’altra parte, abbiamo a nostro costo, l’intera filiera del governo, non avremmo bisogno di altri appoggi per dimostrare di avere un’esistenza ma è chiaro che per andare avanti, lavorare e produrre, bisogna condividere un progetto e operare in sinergia. Del resto la nostra è sempre stata un’ impostazione dialettica e non vogliamo discostarci proprio ora da questa posizione.

E’ chiaro che la fase congressuale è quella in cui si costruisce la leadership, ma la parte importante è la fase operativa del partito, vale a dire quella che segue il momento congressuale. In questo momento di vita politica però ancora una volta si ravvisa una mancanza di identità del Pd e ciò ci lascia perplessi, soprattutto per questa incapacità di esprimere una voce autorevole del partito. Mi lascia altresì perplesso l’apertura da parte di De Franciscis verso il centro, e ciò che più mi lascia perplesso è che un partito che dovrebbe essere trainante come il nostro corre invece dietro rappresentanti dell’Udc, un gruppo politico che sul nostro territorio, diciamolo francamente, annaspa ad esistere. Beh, questo la dice lunga sul futuro politico che si prospetta. Il congresso doveva essere l’occasione di cambiare pagina ma mi sembra sia stata l’occasione per chiudere il libro. La prospettiva post-congresso? Mi piacerebbe invece capire qual è stata la prospettiva del congresso. Abbiamo ridato lo scettro di governo ad altri soggetti. Comincio a pensare che la provincia di Caserta non è mai stata autonoma, mai altro se non controllata dal potere politico di Napoli. Ed oggi eccoci di nuovo con una leadership di partito tendente alla subordinazione.

Avevamo la possibilità di chiarire che esisteva il Pd a Caserta, avevamo creduto in Alessandro De Franciscis, ma il congresso sin dalla relazione introduttiva non ha evidenziato elementi di novità, anzi, una relazione che si conclude con un nome e un cognome evidenzia palesemente come il dibattito sia stato ritenuto una cosa inutile. Sia ben chiaro, noi sappiamo che non è un dibattito intracongressuale a modificare la costituzione ma non vi è stato alcun dialogo o incontro precongressuale, questo vuol dire che c’è stata una trattativa parallela che ha messo fuori gioco anche le aree moderate del partito. Insomma, se dobbiamo palare di prospettive, il desiderio ma anche la necessità è che nasca qualcosa di differente e soprattutto di autonomo da questo Pd, anche se oggi nel nuovo Pd non vedo una vera linea di partito. Descrivere una linea programmatica non è la descrizione di un organigramma ma l’individuazione di un progetto politico: qual’ è la nuova idea per la provincia?

Il Segretario Provinciale ora deve farci capire nel concreto cosa vuole sviluppare per il territorio casertano. Questi temi sono stati negletti dal congresso ed erano questo che ci aspettavamo di ascoltare. Noi andremo avanti. In qualsiasi area ci siamo trovati non abbiamo mai fatto operazioni ostruzionistiche e questo è un fatto. Il Pd è costituito da un buon 24% dell’elettorato ed è impossibile omogeneizzarlo tutto, deve necessariamente essere rappresentato da differenze significative. Ciò che ci interessa davvero oggi è rivendicare un’autonomia del territorio e ciò si può fare solo attraverso la creazione di filiera seria.

Infine, quanto a me, nonostante si sia spesso parlato di Peppe Stellato come di un politico che balzella di palo in frasca, posso dire con fierezza che da sei anni in qua ho sempre manifestato una linea politica coerente, nessuna genuflessione verso presunti leader, perché non rientra nel mio carattere, ed un lavoro costante teso solo al benessere della mia terra. E’ quanto continuerò a fare, se pur questo mi costi il dissenso”.

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