“A sette anni di distanza dalla legge regionale che impone che chi lavori nel comparto funebre e cimiteriale sia adeguatamente formato con regolari qualifiche professionali, il Comune di Napoli non si è ancora messo in regola. In compenso, però, si è ricordato dopo circa 25 anni di chiedere due marche da bollo da 16 euro per le operazioni di trasporto delle salme e sepoltura”. Lo affermano Gennaro Tammaro e Alessio Salvato, impresari funebri campani appartenenti a Efi (Eccellenze Funerarie Italiane).
“Per quanto a nostra conoscenza – sottolineano i due imprenditori funebri – sono fuori norma i necrofori che fanno il recupero delle salme in strada, gli impiegati amministrativi, finanche i custodi dei cimiteri. Dovrebbero essere stati tutti adeguatamente formati, come impone la legge regionale, invece ciò non è accaduto”.
“Così noi imprenditori onesti – continuano – siamo costretti a fare i salti mortali per metterci in regola con gli aggiornamenti di operatori e direttori tecnici mentre il Comune, anziché dare l’esempio, continua ad agire in barba alle regole. E, dopo decenni, impone le marche da bollo per i necessari incartamenti. Con una presa di coscienza che doveva arrivare circa 26 anni fa”.