Rifiuti, Stellato: “In provincia di Caserta nulla è cambiato”

di Redazione

emergenza rifiutiCASERTA. “Le polemiche dei giorni scorsi sulla costituzione del Consorzio unico e la possibilità d’individuare nel Parco Saurino un nuovo sito da utilizzare dopo Ferrandelle sono la chiara conseguenza che il dopo-Berlusconi non ha effettivamente cambiato nulla.

Le belle immagini della Napoli pulita, passate dai Tg con grandiose vedute dagli elicotteri, certo non tenevano conto delle strade della nostra provincia di Terra di Lavoro ancora invase da gruppetti di discariche abusive e improvvisate”. Ad affermarlo il consigliere regionale del Pd Giuseppe Stellato. “Il Comitato Emergenza Rifiuti a Caserta – prosegue Stellato – continua a battersi non solo per il capoluogo a questo punto, ma per l’intero territorio e, considerata al momento, l’inoperosità dell’Ente Provincia in questo senso, è giusto che la questione assuma ancora quel tenore di gravità anche agli occhi degli organi regionali. La Regione non può credere che la vicenda sia risolta con il commissariato, perché così non è”.

Dunque, per Stellato, da sempre impegnato nella difesa dell’utilità dei consorzi e del ciclo integrato, in questi lenti giorni di agosto è un bene continuare a ricordare che la questione è ben viva e ancora irrisolta. “Certo, assolutamente irrisolta. La gestione dei rifiuti affidata al Sottosegretariato, lungi dall’individuare linee di soluzione del problema, si è inserita nel solco delle posizioni pregresse. L’unica grande novità è costituita dall’intervenuto ‘accorpamento’ delle province di Napoli e Caserta in un unico mega consorzio che ha messo insieme i consorzi di bacino istituiti in forza di legge ed in maniera obbligatoria. Mi domando: ove si fosse data attuazione semplicemente e senza trauma alcuno alle disposizioni di cui alla legge regionale 4 del 2007 in tema di rifiuti, i risultati ora raggiunti dal Commissariato sarebbero stati egualmente raggiunti oppure no? Mi sembra evidente che il Commissariato, quale unico risultato ha raggiunto quello di realizzare nuovi fossi nei quali scaricare rifiuti solidi; ha caricato di possibili responsabilità i sindaci, usando il metodo dell’imposizione e non quello della concertazione; ha sciolto i consorzi lasciandone, di fatto, in piedi tutte le concrete articolazioni e non mi sembra che abbia avviato una stagione di soluzioni del problema se è vero che tuttora i rifiuti o vengono interrati o vengono ceduti ad altri paesi.

In tale situazione di fatto verrebbe da domandarsi se l’esperienza della straordinarietà sia più frutto di un accordo politico di vertice che non di una necessità sottesa alla soluzione dell’emergenza. La via della straordinarietà dunque ha semplicemente punito molti territori mentre ne ha deresponsabilizzati altri, attraverso una scelta assolutamente irrazionale e sulla cui validità normativa pur sarebbe lecito avanzare qualche perplessità. Allo stesso modo la decretazione di urgenza, l’uso della forza pubblica l’individuazione dei siti di discarica quali siti di interesse strategico militare, hanno reso la misura dell’esasperazione di un problema che, giustificabile forse per alcune limitate zone del territorio, diventa estremo per altre.

La provincia di Caserta così, ancora una volta ha subito perdita d’identità ed assimilazione dettate forse più dall’esigenza di contribuire alla soluzione del problema Napoli che non alla soluzione del problema rifiuti in Terra di Lavoro. Eppure, la nostra provincia aveva già dato in termini di impianti e di discariche ed ha continuato a farlo in maniera assolutamente civile ma senza avere mai il vero riconoscimento per il contributo fornito. Non credo che il problema dei rifiuti in Campania richiedesse 15 anni di emergenza.

Tale periodo – conclude Stellato –ha semplicemente incancrenito una piaga in relazione alla quale ognuno ha potuto trovare l’escamotage per affermare una sua deresponsabilizzazione. Se si fosse solamente proceduto tornando alla normalità ed attribuendo ai singoli territori la titolarità del problema e della sua soluzione, oggi non saremmo ancora a questo punto d’instabilità e ce ne accorgeremo in autunno”.

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