“A Giuseppe Diana (un chicco di grano, uno al cielo)”. Si intitola così il testo poetico inedito che Fabio Strinati dedica a Don Peppino Diana, il sacerdote di Casal di Principe ucciso dalla camorra nel 1994 per il suo impegno antimafia.
La sua opera civile e religiosa ha lasciato un profondo segno nella società campana e non solo, come dimostra la poesia che il giovane scrittore marchigiano ha deciso di pubblicare sulle pagine di Pupia.
Ho una preghiera rivestita di bianco.
Un gesto per il popolo, a volte stanco,
scurito in volto a causa di uno sparo
che ferisce persino il suo stesso vuoto.
Provo un dolore immenso
nel vedere una famiglia che trema,
che vive rinchiusa dietro una finestra
che ha paura di spalancarsi alla vita,
avvolta da un’anima troppo preoccupata,
di mostrarsi forte quando è un’arma in pugno
a dettare il ritmo del respiro,
o il battito del tempo.
Ho una preghiera vestita di bianco.
Un gesto per il popolo, spesso, vessato dal branco.
Una frase avvolta da un pensiero
come inizio di una vita che si rasserena,
mentre un’altra, che si preoccupa
per chi vive un’arida giornata
o di quel sole così caldo
che nasce ogni mattino,
ma che potrebbe
non arrivare a sera.