Stellato (Pd) interviene sulla questione cave

di Redazione

Giuseppe StellatoCASERTA. Giovedì 2 ottobre, i Comitati Civici hanno incontrato la Commissione di pertinenza sulle attività estrattive nel territorio della Regione Campania.

Ma che atteggiamento sta assumendo la Regione rispetto alla questione cave nel capoluogo di Terra di Lavoro? “Il problema cave in provincia di Caserta – chiarisce il consigliere regionale GiuseppeStellato – presenta diversi aspetti problematici che vanno esaminati partitamente. La provincia casertana vede sul suo territorio una quantità significativa di siti estrattivi, alcuni dei quali integralmente abusivi, mentre per altri l’attività risulta supportata da richieste di prosecuzione attività presentate ai sensi delle diverse leggi regionali. Per queste ultime, i progetti approvati contengono in sé previsioni di coltivazione con annesso programma di recupero ambientale. Il blocco delle attività in maniera integrale determinerebbe per un verso il mantenimento dello status quo, e per l’altro impedirebbe anche il recupero ambientale che, comunque, determina un sensibile miglioramento dei siti oggetto delle attività di estrazione. In tal modo però, si viene a trovare un punto di intesa tra esigenze contrapposte. Il tentativo di blocco integrale o inibizione all’esercizio delle attività estrattive non consentirebbe di pervenire ad alcun risultato, determinando un inutile situazione di stallo. Il vero problema allora si sposta oltre che sull’attività da svolgere nelle cave, su di un efficace sistema di controllo e gestione delle attività che devono essere concretamente tesi a far rispettare le previsioni progettuali e, a consentire la verifica di rispondenza alle normative in materia. Diverso ragionamento riguarda le possibili nuove attività estrattive, che potranno essere iniziate solo all’indomani dell’approvazione definitiva del Piano Regionale delle Attività Estrattive (Prae) in relazione al quale risultano presentati ricorsi in sede giurisdizionale ed alle normative di attuazione in materia. La sentenza penale, di cui ormai tutti conoscete gli esiti, ha riguardato vicende specifiche; la normativa regionale però non può che riguardare e non potrà che riguardare linee generali di condotta cui gli imprenditori si dovranno in concreto attenere. E’ probabile che alcune delle cave oggetto anche di indagine giudiziaria potranno riprendere le attività conformemente ai progetti così come già approvati. E’ chiaro che, ove manchino, tali presupposti, nessuna attività potrà essere intrapresa. Va detto che i cittadini che protestano sono ovviamente portatori di interessi diffusi la cui tutela non può che essere inserita nel sistema giudiziario in quanto tale, ma non è possibile ravvisare posizioni prevalenti per definizione. I fatti dicono che una corretta coltivazione di cava deve tendere alla riduzione quanto più ampia possibile delle polveri e dell’impatto ambientale, sulla scorta di tutte le tecnologie più avanzate in materia. Qualora ciò non avviene la tutela dei cittadini è rimessa alle norme specifiche, quali ad esempio, quella sul cosiddetto inquinamento atmosferico o alle altre disciplinanti la tutela della salute e dell’ambiente in senso ampio”.

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