E’ di oltre 50 morti il bilancio provvisorio delle vittime nell’eruzione del Vulcano del Fuego in Guatemala. I feriti sono una ventina. Inizialmente le vittime erano 25, ma secondo media locali, altri 29 corpi sono stati ritrovati senza vita. Il numero delle persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni è di 3.100. Intanto è stato riaperto l’aeroporto nella capitale, poiché si è conclusa la fase acuta dell’eruzione.
L’eruzione ha sparso lapilli e cenere a oltre 4 chilometri di altezza. A quanto riportato dal Coordinamento nazionale per il controllo delle calamità, uno strato di cenere ha ricoperto case e automobili dei vicini villaggi di San Pedro Yepocapa e Sangre de Cristo. Si tratta della seconda eruzione del 2018. Il Vulcano del Fuego è uno dei più attivi dell’America Centrale. Nella zona vivono circa 1,7 milioni di persone.
“Gli effetti dell’eruzione del vulcano del Fuego in Guatemala sono simili a quelli del Vesuvio del 79 d.C: come successe a Pompei, la popolazione è stata investita da una nube di gas, ceneri, lapilli e blocchi di rocce, dalle temperature altissime, superiori ai 700 gradi”. Lo ha detto il vulcanologo Piergiorgio Scarlato, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) che ha studiato sul posto questo vulcano. “L’impatto di questa eruzione sulla popolazione è simile a quella di Pompei, ma in questo caso gli stili eruttivi del vulcano del Fuego e del Vesuvio sono diversi”, ha spiegato Scarlato. Il vulcano del Fuego “ha generato colonne di ceneri e gas alte fino a 3-4 chilometri e flussi piroclastici, cioè una miscela di gas e materiale vulcanico”. Il Vesuvio, invece, nell’eruzione del 79 d.C ha generato “una colonna di gas e ceneri alta fino a 20-25 chilometri che collassando su se stessa ha prodotto flussi piroclastici come quelli osservati al Fuego”.
La seconda eruzione del Volcan del Fuego durante il 2018 si è conclusa, e il vulcano è “tornato alla sua attività eruttiva normale”, ma si mantiene un monitoraggio costante della situazione, che registra “da 5 a 7 esplosioni deboli, moderate ma anche forti” ogni ora. Lo ha reso noto il Coordinamento Nazionale per la Riduzione dei Disastri (Conared) in Guatemala.