‘Ndrangheta, cosche in guerra a Rosarno per narcotraffico: 31 arresti

di Redazione

Vasta operazione dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, in esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 38 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi, danneggiamento e altri reati.

Nel mirino dei carabinieri – si legge in un comunicato – vi sono due “pericolose cosche della ‘ndrangheta di Rosarno, entrambe dedite alle estorsioni e all’importazione di quintali di cocaina purissima dal Sud America e di hashish dalla Spagna e dal Marocco, destinate a varie piazze di spaccio in Lombardia, Piemonte e Sicilia. Dalle indagini – prosegue il comunicato -è emersa anche la violenta contrapposizione fra i due gruppi, entrambi intenzionati ad imporsi sulla scena criminale rosarnese e ad acquisire il controllo mafioso del territorio con aggressive intimidazioni, danneggiamenti e agguati con armi da fuoco ed esplosivo”.

Nel mirino dei carabinieri, stavolta nel Cosentino, è finito anche un loro collega. Si tratta di un maresciallo dei “forestali”, comandante della stazione Cava di Melis a Longobucco (Cosenza), che secondo l’accusa “avrebbe favorito una cosca della ‘ndrangheta con interessi nel patrimonio boschivo della Sila”. Il sottufficiale, in passato anche consulente del ministero dell’Ambiente, avrebbe favorito imprese boschive vicine alla cosca dei Farao-Marincola di Cirò Marina e avrebbe anche manipolato prove in un’indagine che aveva portato all’arresto di due persone. L’arresto è stato fatto in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda del capoluogo calabrese.

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