Differenziata, Udc: “Un fallimento”

di Redazione

 CASERTA. Il Dipartimento cittadino dell’Udc “Ambiente e Territorio”,coordinato da Paolo Farina, in merito alla raccolta “porta a porta”, fa alcune considerazioni.

Non è mai bello, né producente criticare a priori le iniziative di un’amministrazione, soprattutto quando cerca di far fare passi avanti alla città. Così abbiamo taciuto le nostre perplessità sul metodo scelto per effettuare la raccolta differenziata, anzi. Nonostante gli enormi dubbi sulle potenzialità del porta-a-porta, abbiamo salutato con spirito di collaborazione la partenza del servizio (o sarebbe meglio dire: dell’esperimento?).

Ma siamo a circa quindici giorni dal via e forse è opportuno fare il punto della situazione, a maggior ragione dopo le ottimistiche dichiarazioni rilasciate dall’Assessore responsabile il 14 gennaio scorso: ‘La situazione migliora di giorno in giorno anche perché i cittadini, con il passare del tempo, stanno perfezionando sia la differenziazione dei rifiuti che la loro deposizione negli orari…’

Premesso che un corretto agire da parte dei cittadini, in un sistema che prevede la differenziazione a casa, è assolutamente imprescindibile, la considerazione è lunare che il sistema non stia funzionando a causa di questi, come se la mancata distribuzione dei kit fosse solo un aspetto del problema, e marginale perfino.

Fin dai tempi della consegna dei primi kit, ci erano stati segnalati casi in cui essa avveniva senza la richiesta di un documento da parte degli incaricati i quali, pressati forse da carichi di lavoro eccessivi, finivano per abbandonare, soprattutto a fine giornata, decine di kit negli androni dei palazzi e ciò senza considerare la mancata consegna dei bidoncini più grandi agli amministratori dei condomini.

Il posizionamento di questi ultimi nei parchi condominiali e soprattutto il loro difficile reperimento sono oggi i veri problemi, poiché rendendo impossibile il conferimento, di fatto genera un collo di bottiglia che blocca l’intera filiera, ma la società Ecologia Saba, ha assicurato di risolverlo nel più breve tempo possibile.

Come? Come si pensa di farlo visto che non è neanche possibile contattare la suddetta società (avete provato a chiamare i numeri messi a disposizione? Risultano sempre occupati …!!).

Pertanto, poiché il Comune non ha idea di chi ha ricevuto il kit e chi no, visto che nessuno ha controllato le consegne e queste sono state fatte in maniera approssimativa e senza una toponomastica aggiornata, tant’è che intere strade sono state trascurate forse perché se ne ignorava proprio la presenza, chiunque può andarli a ritirare.

Ecco spiegata la costante penuria…c’è qualcuno che li colleziona, sperando che si crei un mercato dei contenitori e aspettando il momento buono per andarseli a rivendere. Va, infine, stigmatizzata l’idea stessa che il cittadino sia obbligato ad andare a ritirare i kit.

Con tutti i soldi di Tarsu che ci chiedono (Caserta è tra le più care d’Italia), che qualcuno li venisse a consegnare a casa è il minimo che ci si aspetti dall’amministrazione comunale. In definitiva, esprimiamo un giudizio negativo tanto sulla scelta del porta-a-porta che riteniamo destinato a fallire in mancanza di incentivi economici per i cittadini virtuosi e al quale avremmo preferito il sistema delle isole ecologiche dove chi conferisce viene identificato e gli viene applicato lo sgravio dalla tassa in proporzione a quanto conferisce, ma anche sul livello di organizzazione messo a punto dal Comune.

Avevano un occasione storica: la scadenza del contratto di Sace e la possibilità di inserire la differenziata tra le mansioni del nuovo gestore, lo hanno fatto mostrando l’abituale furbizia, ma pare la stiano sprecando mostrando la medesima insipienza”.

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