Sono 14 le persone arrestate nel corso di un’operazione congiunta dei carabinieri e della polizia di Stato, tutte presunte affiliate al clan di ‘Ndrangheta “Libri”, egemone nella zona centro sud di Reggio Calabria. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni e altri gravi reati.
In carcere, nel corso dell’operazione denominata “Theorema-Roccaforte”, sono finiti i reggini Maria Teresa Ventura, di 29 anni; Stefano Sartiano, 60); Antonino Votano, 52; Gaetano Tomaselli, 40; Domenico Pratesi, 48; Antonio Riccardo Artuso, 41; Domenico Sartiano, 46; Anita Repaci, 40; Demetrio Morabito, 28; Domenico Ventura, 55) Per gli ultimi due è stata disposta la custodia cautelare in carcere ma sono già detenuti per altra causa. Carcere anche per Filippo Chirico, 48 anni. Arresti domiciliari per Salvatore Repaci, reggino, di 34 anni, mentre obbligo di dimora nel comune di domicilio per il professionista reggino Saverio Nocera, 64 anni.
I provvedimenti scaturiscono da due distinte indagini della Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria e del Ros dei carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti Stefano Musolino e Walter Ignazitto, che hanno consentito di documentare l’esistenza e l’operatività della cosca “Libri”, attiva nel capoluogo reggino ed in particolare nei quartieri di Cannavò, San Cristoforo, Vinco, Pavigliana, Mosorrofa, Gallina, Modena, Ciccarello, San Giorgio, Reggio Campi. Sono emerse situazioni che evidenziano come a Reggio vi siano zone dove gli imprenditori sono costretti al versamento del “pizzo” in più tranche e nelle mani dei diversi rappresentanti delle cosche che si spartiscono il territorio.
L’indagine ha consentito di ricostruire gli assetti organizzativi e le dinamiche interne della cosca “Libri”. Al vertice è stato individuato un duopolio costituito dal decano Pasquale Libri, deceduto, figura carismatica garante dell’osservanza delle regole mafiose, e dal genero Filippo Chirico, ritenuto titolare della carica di “capo società” e responsabile operativo sul territorio. Principali collaboratori di Chirico, secondo l’accusa, sono risultati Gaetano Tomaselli e Antonio Riccardo Artuso, – preposti all’imposizione delle richieste estorsive, alla riscossione dei relativi proventi, alla custodia ed all’occultamento delle armi nonché al mantenimento dei contatti con gli altri associati – e i giovani “picciotti” Angelo Chirico e Demetrio Morabito, considerati affiliati con il tipico rituale mafioso del “battesimo”, come narrato dal Filippo Chirico nel corso di una conversazione intercettata.
L’attività avrebbe inoltre dimostrato l’operatività di altri “sodali”, individuati in Antonino Votano, Stefano Sartiano e Domenico Ventura, che avrebbero, secondo gli inquirenti, costantemente coadiuvato i rappresentanti di vertice della consorteria nella gestione dell’attività estorsiva nei confronti delle più svariate attività imprenditoriali presenti nelle zone di influenza della cosca Libri.
Le investigazioni hanno inoltre permesso di acquisire elementi circa le modalità di affiliazione, con particolare riferimento a “gradi” e “doti” tipiche dell’ordinamento ‘ndranghetista, facendo riferimento anche alla figura del “mastro di tirata” indicato quale persona deputata al controllo del rispetto delle regole durante le operazioni di battesimo.
Le indagini, nel loro complesso, hanno documentato numerosi episodi estorsivi posti in essere nei confronti di imprenditori e di titolari di esercizi commerciali di tutto il capoluogo reggino, mediante la continua imposizione del cosiddetto “pizzo”, oltre che di forniture e di collaborazioni provenienti da imprese collegate alla cosca Libri. Evidenziate, inoltre, le modalità di reimpiego delle risorse della “cassa comune”. Gli illeciti proventi venivano infatti reinvestiti attraverso la costituzione di società operanti in diversi attività commerciali, fittiziamente intestate a soggetti compiacenti ma di fatto gestite dai vertici della consorteria. In tale ambito è emerso il ruolo di un noto professionista di Reggio Calabria, Saverio Nocera che, nella qualità di consulente aziendale e commerciale, avrebbe fornito a Filippo Chirico ed a Anita Repaci la consulenza tecnica necessaria per l’intestazione fittizia di beni. Sarebbe stato dimostrato il sostentamento delle famiglie degli affiliati detenuti tramite il versamento di somme di denaro, nell’ottica del mantenimento dell’unitarietà della cosca, nonché accertata la disponibilità di armi e munizioni da parte del sodalizio.
Nel corso dell’indagine è stato ricostruito anche un episodio di violenza privata aggravata, il cui autore è stato individuato in Gaetano Tomaselli, nei confronti di un amministratore di condominio, costretto ad omettere di denunciare ed ad intraprendere qualsiasi iniziativa volta a far sgomberare, da parte di una donna vicina a Filippo Chirico, un immobile dalla stessa occupato abusivamente.
Contestualmente sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni per un valore di un milione di euro. Sigilli all’impresa individuale “Sartiano Domenico”, con sede a Reggio Calabria, attiva nel commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli; impresa individuale “Stivilla Caterina Angela”, con sede a Reggio Calabria, avente ad oggetto lavori edili e movimento terra; l’impresa Individuale Impianti elettrici “Sartiano Domenico”, con sede a Reggio Calabria, che si occupa di installazione di impianti elettrici; Circolo Ricreativo “Hazzard”, anch’esso con sede a Reggio Calabria, con all’interno un centro scommesse, bar e sala giochi e l’impresa individuale “L’Arcobaleno dei Sapori”, con sede nel capoluogo, attiva nel settore della vendita di generi alimentari.
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