Nell’ambito di una campagna di controlli mirati alla prevenzione e repressione dei reati in danno della fauna protetta autoctona, esotica ed in via di estinzione (Cites), il Gruppo Carabinieri Forestale di Caserta, insieme ai carabinieri forestali del reparto operativo Soarda (Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno degli animali) di Roma, avvalendosi di segnalazione fornite dall’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), ha tratto in arresto in flagranza di reato un uomo dedito alla cattura di esemplari vivi di cardellino, contestando l’ipotesi delittuosa del furto venatorio. L’intensificazione dei servizi dà piena attuazione alla direttiva emessa dal procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Maria Antonietta Troncone, dallo scorso gennaio inerente alle attività di contrasto al bracconaggio di animali.
L’uomo tratto in arresto, un 49enne originario di Cardito (Napoli), è stato sorpreso dai militari in comune di Alife, nell’Alto Casertano, in località “Masseria Pagano”, mentre era intento ad esercitare l’attività di uccellagione in danno degli esemplari di cardellini liberi in natura con l’ausilio di reti appositamente attrezzate e con il sussidio di un esemplare di cardellino utilizzato quale richiamo vivo per agevolare la cattura degli esemplari liberi in natura. In particolare, aveva attrezzato una rete per la cattura illegale di uccelli, posizionata ai margini di un terreno agricolo, ed ancorata a terra con appositi picchetti in ferro avente funzione di cattura mediante un sistema di trappole a tirata a mezzo di una corda, allorquando i malcapitati volatili si posavano sulla stessa. Uccellini attirati in prossimità della rete sia per effetto del richiamo vivo, nella specie un cardellino vivo legato con un filo di nylon ad un paletto di ferro ancorato a terra, che per la presenza di un ortaggio “cicoria matura”, ossia di un cibo particolarmente gradito ai cardellini.
Il 49enne è risultato essere recidivo in quanto già denunciato altre numerose volte per la medesima tipologia di reato, l’ultima volta addirittura il 14 luglio scorso. Non è risultato in possesso di autorizzazioni al prelievo venatorio di avifauna selvatica prevista unicamente dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) né di licenza di fucile per uso caccia: per cui è stato sottoposto ad arresto in flagranza di reato per il delitto di furto cosiddetto venatorio in quanto la fauna selvatica è riconosciuta dalla Cassazione patrimonio indisponibile dello Stato. L’arresto è stato convalidato ed è stata applicata dal giudice la misura coercitiva del divieto di dimora nel territorio della provincia di Caserta, volta ad impedire al 49enne di raggiungere le zone di caccia. L’uomo era in compagnia di un 53enne, anch’egli originario di Cardito e residente a Villa Literno (Caserta), denunciato a piede libero dai militari per la stessa ipotesi di reato.
“Quello della vendita dei cardellini – fanno sapere dalla Procura sammaritana – è un mercato molto florido in quanto gli esemplari migliori, ovvero quelli più canterini, hanno un elevato valore di mercato. Alcuni estimatori sono disposti ad esborsare anche diverse migliaia di euro per gli esemplari aventi le migliori capacità canore. Altra pratica illegale che si persegue nella sfera del commercio dei cardellini è la raccolta da terra delle uova nei nidi prima della loro schiusa a mezzo di apposite aste telescopiche munite di pinze e specchietto all’estremità. Le uova così raccolta si fanno schiudere artificialmente e poi i piccoli vengono fatti allevare da coppie di cardellini in possesso dei canti più armoniosi che riescono a trasferire ai piccoli che allevano. Le uova così raccolte hanno un valore di mercato ‘a nero’ molto più elevato degli esemplari adulti selvatici”.
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