Nella serata di martedì, nelle acque prospicienti Capo d’Anzio, un Guardacoste della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Civitavecchia sorprendeva un tunisino, clandestino da undici anni, impiegato irregolarmente in attività lavorativa a bordo di un peschereccio di San Felice Circeo. Il controllo delle Fiamme Gialle – quotidianamente impegnate nel pattugliamento marittimo dell’intero litorale laziale, Isole Pontine comprese, con finalità di Polizia Economico-Finanziaria e contrasto ai traffici illeciti, consentiva di accertare l’impiego del lavoratore irregolare, entrato in Italia clandestinamente nel 2007 e destinatario da allora di ben tre provvedimenti di espulsione.
Per questo motivo, esperiti gli accertamenti di rito presso gli Uffici del Commissariato di polizia di Anzio-Nettuno, lo stesso veniva posto in stato di fermo, in attesa del provvedimento di rimpatrio. Contestualmente, l’armatore del peschereccio, originario di Sabaudia, che ora rischia l’arresto fino a tre anni e l’ammenda di 5mila euro, veniva segnalato alla Procura di Velletri per l’impiego di un lavoratore sprovvisto di regolare permesso di soggiorno.
L’intervento delle Fiamme Gialle conferma il ruolo di “Polizia del Mare” del Corpo della Guardia di Finanza, in prima linea nella difesa delle frontiere marittime nazionali e comunitarie e nel contrasto a tutte le forme di lavoro irregolare, specialmente quelle connesse allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria, alla quale non viene garantito alcun diritto ed alcun tipo di sicurezza sui luoghi di lavoro. Da qui la vocazione sociale della Guardia di Finanza, sempre accanto alle categorie più deboli e meno tutelate, a salvaguardia dell’economia legale.
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