CASERTA. E davvero insostenibile apprendere a mezzo stampa che la gestione della Reggia di Caserta fa registrare debiti tali da minacciare la chiusura del bene.
E quanto sostiene Nicola Caputo, vice-capogruppo del Pd in Consiglio Regionale. Si tratta dellennesimo triste grido di allarme continua Caputo che non può più tollerarsi in un territorio di emergenze quotidiane. Tutti sanno su questo territorio quante speranze sono state costruite attorno alla possibilità di rilancio nei circuiti del turismo nazionale internazionale di uno dei beni che è espressione della cultura e del patrimonio artistico di tutti i tempi.
Nei prossimi giorni Caputo ha intenzione di avviare tutte le iniziative del caso in Consiglio Regionale, cominciando con uninterrogazione allassessore competente, per cercare ancora una volta di capire e, soprattutto, scongiurare, la possibile chiusura della Reggia. Ma al tempo stesso chiarisce Caputo sono convinto che la sfida vera appartenga a tutte le energie positive del territorio a tutti i componenti del mondo locale della cultura, della soprintendenza, dellarte ma anche dellimprenditoria, delle banche, delle associazioni che possono e devono attivarsi in uno sforzo congiunto per evitare che lennesima beffa colpisca questa provincia e questa città.
La Reggia di Caserta era stata fatta oggetto di uno specifico Pit, cioè messa al centro di una programmazione regionale mirata, per il recupero della tradizionale vocazione turistica nazionale e internazionale della città promuovendo il passaggio da un turismo mordi e fuggi ad un turismo stanziale. La Campania ha nei propri beni culturali un patrimonio assolutamente eccezionale e pur essendo state impegnate risorse europee e regionali, in questo campo si registrano continue sconfitte. aggiunge il consigliere Mi chiedo come ciò sia possibile. Cioè come è possibile che giorno per giorno, dobbiamo assistere a esternazioni di impotenza da parte di coloro i quali sono stati designati a indirizzare e migliorare la fruibilità e la conservazione di tali beni. Come è possibile che gran parte di questo patrimonio rimanga inaccessibile, scarsamente utilizzato e addirittura chiuso.
Una chiave, secondo Caputo, potrebbe trovarsi nella scarsa convinzione della tesi che tale patrimonio possa essere davvero una risorsa economica per il territorio. Cioè spiega lesponente del Pd siamo davvero certi che coloro che sono coinvolti nella gestione di tali beni, siano realmente convinti che questi possano essere immessi in un virtuoso circuito economico e generare ricchezza per la popolazione locale? La consapevolezza di questo passaggio conclude Caputo forse manca, e su questo bisogna ancora continuare a lavorare individuando modalità di gestione più innovative, magari di tipo imprenditoriale, come si fa già in molti paesi europei, e non arroccarsi su logiche di semplice tutela di un bene pubblico intoccabile che diventa sempre meno un bene e, sempre più, un peso per la collettività.