Aversa, Della Valle: “Il Puc non può che essere a cemento zero”

di Nicola Rosselli

Aversa – “Il Puc non deve prevedere nuovi immobili. Anche se secondo il piano provinciale potrebbero costruire nuove case, le normative nazionali non lo permettono perché sono previste quantità di aree verdi che, oramai, in città non ci sono, per cui il Puc non può che essere a cemento zero”. Questo, in estrema sintesi, il pensiero di Gino Della Valle, esponente di spicco di Forza Italia, più volte assessore, attualmente presidente di Osservatorio Cittadino.

Accanto ai ritardi che si stanno accumulando in questo settore, con sviste o errori, che dir si voglia, rimane la mancanza assoluta di partecipazione dei cittadini e delle associazioni. Il Puc dovrebbe, infatti, essere uno strumento partecipato, esempio di democrazia diretta, ma da quando è stata dimissionata l’assessore all’Urbanistica Gilda Emanuele il settore è finito nel caos. Il sindaco Enrico De Cristofaro, probabilmente preso dalle preoccupazioni della carica, non riesce a stare dietro ad un comparto che necessiterebbe di una presenza costante. Quello che manca, al di là di nebulose linee guida, è una scelta politica precisa che porti a ridisegnare la città, l’Aversa del futuro con tutto quanto connesso, dalla mobilità all’ambiente, in una sola parola, la vivibilità. Vivibilità in una città dove si è all’anno zero, prigioniera di parcheggiatori abusivi, di incivili che lasciano spazzatura ad ogni dove, con il traffico in tilt, con le scuole che non hanno i certificati di agibilità.

“Uno strumento urbanistico – afferma Della Valle – deve essere conforme anche e soprattutto alla legge nazionale. Penso al tema degli standard che è la vera questione da cui partire. Faccio un esempio: il Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) sulla carta dà la possibilità di realizzare un certo numero di vani ad Aversa. Ma se una legge nazionale (quindi gerarchicamente superiore) impone una certa quantità di standard pubblici e non c’è spazio per i nuovi vani, il Ptcp lo puoi tranquillamente buttare”.

“Inoltre, – continua l’esponente azzurro – il Ptcp non ti obbliga a far realizzare un certo numero di vani ma ti da un massimo da non superare. Quindi, in questo caso, se ci fosse il suolo (e sono convinto che non c’è) comunque si tratterebbe di una scelta politica. Ne potresti prevedere mille, ma anche zero”. “Ad Aversa – conclude Della Valle – non abbiamo bisogno certamente di altre scuole. Le attrezzature religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, uffici e pubblici servizi ci sono e se non ci sono si potrebbe e dovrebbe utilizzare il costruito”.

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