Massimo Caprara, amico e maestro, non c’è più

di Redazione

Massimo CapraraCASERTA. Un amico ed un maestro a cui debbo molto non solo per la sua collaborazione al periodico casertano “Il Corso”, ma per il grande insegnamento e l’amicizia accordatami.

Un sostegno che mi ha permesso di crescere professionalmente e dare a Caserta uno pezzo di storia che molti, per codardia ed opportunismo, avrebbero voluto sotterrare. Raccontò la sua esperienza fascista e quando fu mandato a Caserta al 38° reggimento a Casagiove.

E’ difficile tracciare un profilo di Massimo Caprara. Grande generosità, rispettoso delle idee altrui pronto a rivedere le sue, coll’evolvesi del tempo e dei costumi.

Era amante delle belle donne come il modo di concepire la vita del primo 900 richiedeva. Una delle ultime volte che l’ho visto fu durante una cena all’hotel Vesuvio.Era accompagnato da “Consuelo” una bruna da capelli lunghi e curve da mozzafiato.

Erano venuti nel pomeriggionella redazione di Via Acquaviva per una lezione ai ragazzi che aspiravano a diventare giornalisti. Ho avuto pochi contatti con Lui ai tempi della sua direzione del “Diario” di Caserta, che durò meno di sei mesi, molti di più invece quando ridiede vita a Milano ad una nuova edizione di “Illustrazione Italiana”.

Organizzammo una mostra Fotografica per il Sicof per promuovere la sua pubblicazione. Il suo lavoro fu un rinverdire la storica rivista per immagine che ha accompagnato gli italiani a cavallo dell’Ottocento del novecento. Ricordo che per ringrazialo della collaborazione data con alcuni articoli al “Corso” gli regalai un macchina da scrivere elettronica. Mi confessò che con quel mezzo aveva poca dimestichezza e continuò a scrivere con la sua vecchia Olivetti.

Parlando del suo amico Giorgio Napolitano, al tempo della caduta del muro di Berlino, mi disse: “Ha un grande avvenire dietro le spalle”.Non immaginava nemmeno lontanamente che un giorno sarebbe diventato il Presidente della Repubblica.

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