CASERTA. Si vuole liberare anche del Teatro Comunale. Petteruti sta letteralmente svuotando il Comune delle sue eccellenze.
Non riesce a governare più nulla e dà in gestione il simbolo della vita culturale della città. Svaniscono i sogni di una Caserta che, stando a Petteruti ed alla sinistra, doveva aspirare a diventare lasse portante di una cultura, che portasse la città oltre i confini regionali e nazionali. Un altro fallimento, dovuto al fatto che ha non è stato in grado di progettare nessuna attività di successo, con il risultato di una continua perdita economica, che ha dato luogo ad una vera e propria dismissione. La decisione presa è frutto del pressappochismo e della mancanza di senso civico. Mortifica, ancora una volta, i casertani.
Angelo Polverino, consigliere regionale del Pdl, interviene sullultima trovata del sindaco. Dare in gestione il Teatro Comunale di Caserta, per ben nove anni. Nove anni sono tanti. Non può il Teatro essere gestito per così tanto tempo. E scorretto quello che Petteruti ha fatto, perché il suo mandato è alla fine ed il Pdl ha le carte in regola per riportare Caserta ed il suo indispensabile bene artistico agli antichi splendori, senza ricorrere allintervento di terzi. La collaborazione istituzionale tra Regione e Comune di Caserta, sperimentata in passato, è ancora la strada da seguire per giungere ad una definitiva valorizzazione della Città e delle sue preziosità. Eravamo sulla buona strada. Petteruti e la sinistra hanno distrutto tutto. Così ha voluto Bassolino, trovando in Petteruti il suo esecutore materiale, che ha dallinizio del suo mandato creato solo confusione. Aveva criticato la precedente Amministrazione per i finanziamenti, a suo dire, eccessivi per il Leuciana Festival. Il suo impegno era stato quello di rivedere questi finanziamenti, in favore del Settembre al Borgo. E già questo è sbagliato Poi in una delle sue prime delibere ha rifinanziato copiosamente le Leuciane. La verità sostiene Polverino è che non è stato mai capace di capire in quale direzione andare. Lultima sceneggiata è di pochi giorni fa. Si è presentato in conferenza stampa con il dimissionario assessore regionale Velardi, per presentare il cartellone delle Leuciane e del Settembre al Borgo, senza spendere una parola sul Teatro di Caserta e sulla sua maldestra idea di darlo in affidamento.
Un affidamento da capogiro. Un milione e 500 mila euro, escluso i 15 mila euro del canone di concessione. Due sono le ipotesi. La prima porta ad un consorzio di imprese del settore, il solo capace di aggiudicarsi la concessione dei servizi, che porterebbe ad escludere la partecipazione di compagini di Caserta. La seconda, quella più probabile, è che la gara vada deserta. I parametri di aggiudicazione sono molto restrittivi e questo lascia pensare che solo un consorzio possa farcela. Mi viene in mente, chissà perché, il Consorzio Teatro Campania, che negli ultimi tempi sta attivando sinergie con le amministrazioni comunali, presenti sul territorio. A qualcuno di sicuro il vestito è stato cucito su misura. Non ai casertani certamente, che devono assistere impassibile alle imposizioni di un liquidatore e non di un sindaco. Un sindaco vero farebbe ferro e fuoco per tenersi stretto i pezzi pregiati del suo Comune.