Marco Villano, Alfonso Golia, Elena Caterino e Paolo Santulli (Pd), Giampaolo Dello Vicario e Nicla Virgilio (Fi), Maria Grazia Mazzoni (M5S), Carmine Palmiero e Francesco Sagliocco (Noi Aversani). Sono questi i nomi dei nove consiglieri comunali pronti a sottoscrivere la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Aversa, Enrico De Cristofaro, promossa dagli esponenti del Pd normanno.
Lo Statuto comunale, però, prevede che le firme per la presentazione di una mozione di questo tipo debbano essere, in pratica, dieci. Per questo assumono rilievo le decisioni che adotteranno i due indipendenti Nico Nobis (considerato vicino alla maggioranza, dopo essere stato capogruppo di Noi Aversani) e Mario Tozzi, da sempre critico verso la coalizione arcobaleno. Ancora di più, e non sarebbe una sorpresa, è probabile che la decima firma venga da un esponente dell’opposizione, quel Mimmo Palmieri di Forza Aversa che in questo mese di dicembre avrebbe dovuto prendere il posto sulla poltrona di presidente del consiglio comunale del suo compagno di lista Augusto Bisceglia, secondo un documento sottoscritto dai cinque consiglieri di Forza Aversa all’indomani delle elezioni del giugno 2016. Da quanto è dato sapere, Bisceglia si limiterà a consegnare le proprie dimissioni non protocollate nelle mani del primo cittadino normanno. Un atto assolutamente contrario rispetto al patto elettorale tra i consiglieri di quella forza politica, con il primo cittadino che non sembrerebbe intenzionato a dar vita alla staffetta e che, comunque, quale che fosse la sua decisione, rischierebbe di perdere l’uno o l’altro.
A questo punto sono in molti a chiedere, più o meno apertamente a Palmieri, di compiere “l’eroico gesto di firmare la mozione di sfiducia della minoranza, incassando un triplice risultato, in primis una bella figura smettendo di alimentare ancora questa umiliante querelle, poi il depotenziamento politico dei consiglieri Nobis e Tozzi, ogni giorno sempre più determinanti per mantenere in vita questa Amministrazione o farla cadere e, infine, cosa più importante, il principio fondamentale, per gli addetti ai lavori e non, che in politica i patti si rispettano. In un sol colpo si trasformerebbe nel Goffredo di Buglione della ‘Aversa Liberata’, mettendo fine a quello che si sta sempre più rivelando un mercato delle vacche”. Del fatto che oramai Palmieri sia considerato dalla maggioranza già all’opposizione si dice certo anche il capogruppo consiliare dei Dem Marco Villano.
Ad avvalorare questo stato di equilibrio precario in cui versa la maggioranza arcobaleno (che si mantiene grazie al soccorso rosso di Rosario Capasso e Giovanni Innocenti, passati alla maggioranza dopo aver appoggiato in campagna elettorale il candidato del Pd Marco Villano) ci sarebbe un incontro, non confermato dai due diretti interessati, tra il sindaco e il coordinatore di Noi Aversani, Ninì Migliaccio. Il primo cittadino avrebbe chiesto all’esponente sagliocchiano un appoggio dei suoi due consiglieri in cambio di un assessorato. Offerta che Migliaccio avrebbe immediatamente respinto senza nemmeno consultare i suoi, invitando De Cristofaro a prendere atto di quanto c’è intorno e dimettersi.
Se, infatti, si aggiunge, che oltre a Palmieri, il sindaco normanno rischia di perdere Francesco Di Virgilio, il neo leghista Michele Galluccio e la nipote Danila De Cristofaro, soprattutto se, come nessuno gli augura, il 7 gennaio prossimo, in occasione dell’udienza preliminare dell’inchiesta The Queen, che lo vede indagato per presunti reati commessi quando ricopriva la carica di presidente dell’ordine degli architetti di Caserta, venga rinviato a giudizio. In quel caso, saranno in diversi, anche all’interno della sua maggioranza, a dirsi pronti a sottoscrivere non solo la mozione di sfiducia, ma anche a votare a favore della stessa mozione in consiglio comunale con un conseguente: rompete le righe e tutti a casa.