Il questore Longo all’Isiss “A. Manzoni”

di Redazione

da sin. Tufariello, Longo e RossiCASERTA. “Abbiamo fatti grandi passi avanti nella lotta alla criminalità e stiamo sulla strada giusta per debellare il clan dei casalesi”.

E’il messaggio di speranza e che il questore di Caserta Guido Nicolò Longo ha dato ai rappresentati di classe degli oltre 1600 studenti dell’Istituto Statale “A. Manzoni” nell’incontro che si è tenuto nell’aula conferenze organizzato dalla Federazione Nazionale Maestri del Lavoro d’Italia e dal dirigente scolastico Saverio Tufariello.

L’iniziativa, che vede impegnati nel progetto- scuola lavoro gli insigniti casertani dell’alta onorificenza del presidente della repubblica, è frutto di una intesa che oramai si protrae da anni tra la Federazione dei Maestri dei Lavoro di Roma e la questura di Caserta e che si sta allargando in altre parti d’Italia, tanto che stanno per essere avviati con la provincia di Trapani le stesse sperimentazioni. E’ stato il mdl Mauro Nemesio Rossi ad illustrare le finalità dell’iniziativa.

Era accompagnato dal Maestri Errico Russi, Alfonso Batelli, Carlo Paschetta e Vincenzo Rasile. Un modello Caserta da esportare in piena sintonia con quanto fatto dalla prefettura di Caserta e dal Ministero dell’interno che si propone, oltre che scardinare una malavita organizzata tra le più spietate ed agguerrite d’Italia, diffondere i principi della legalità nella società e sradicare la cultura mafiosa dal mondo dei giovani. Il questore ha fatto una panoramica delle iniziative messe in atto in Terra di Lavoro e abbattere un sistema malavitoso che mortifica l’economia, disincentiva la nascita di nuove attività imprenditoriali, favorisce il lavoro sommerso e crea disoccupazione diffusa.

 Un’azione comune che ha visto la magistratura a stretto contatto con questura, carabinieri e guardia di finanza, e che ha avuto come principale azione il sequestro dei beni ai malavitosi individuando con una azione di intelligence anche quelle attività che sembrano legali, ma che dietro si nascondono dei prestanomi della camorra.

“La malavita organizzata si alimenta con una grande quantità di risorse economiche che raccoglie con estorsioni, usura ed altro quindi a costo zero – ha detto il questore – lavora in silenzio ed entra nelle istituzioni condizionando la vita politica. Oggi lo Stato si è dato delle norme che permettono una più efficace controllo ed infatti la permeabilità nelle istituzioni si è molta attenuata e lo sarà sempre di più. Una maggiore efficacia dello Stato che è presente sul territorio e non lascia più spazi vuoti come una volta”.

Dal dibattito che ne è seguito, a cui hanno partecipato Carlo Iacone, dei maestri del lavoro e tra i tanti studenti Francesco Orlando, Sara Tissi, Manuela Pelliccia, Nicola Tarchia, è scaturito un quadro grigio dove alle cose fatte ci sono tante altre aspettativa dei giovani per cercare di avere un futuro meno precario e più sicuro. Non di poco conto la convinzione che le forze dell’ordine rappresentano un garanzia di democrazia e libertà nei dettami della costituzione repubblicana con tutte le difficoltà che si hanno per applicarla. Davanti alla richiesta da parte degli studenti di un maggiore severità nei confronti dei cittadini il questore è stato perentorio. “Meglio dieci delinquenti fuori che un innocente in carcere – ha concluso Longo – nessuno può essere dichiarato colpevole senza un giudizio della magistratura”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico