Aversa, Alberto Piatto: una vita da trombettista

di Redazione

Ci sono tanti personaggi locali ai più conosciuti, artisti soprattutto, che hanno segnato varie generazioni e che quando vengono dimenticati è sempre una brutta cosa. Quest’oggi rendiamo un omaggio a un grande musicista, un maestro della tromba per essere precisi, Alberto Piatto. Lo conosco da quando ero un “pischellino” e sin da piccolo, come tanti miei coetanei, trascorrevo intere giornate nelle viuzze del “Lemitone”: avevamo come unico svago quello di giocare a pallone.

Altro divertimento, quando capitava era quello di andare ad assistere ai famosi “cuncertine” che si tenevano nella piazze della nostra città. Tante volte ho ammirato questi spettacoli dove il maestro Alberto Piatto si esibiva suonando in modo sublime uno strumento certo non facile da “addomesticare”. All’epoca si festeggiava nei cortili, nelle case ogni scusa era buona: “A primma cummunione, o fidanzamento, o battesimo e nu criature, nu matrimonio n’do rione”. In queste occasioni, e alle tante ricorrenze che si susseguivano, lui, Alberto, assieme ad altri suoi amici, allietava con spensieratezza le nostre serate con musica e balli. Erano giorni duri, erano anni dove non c’era tutto questo “consumismo” di oggi, ci si accontentava, e siamo cresciuti così, grazie a persone come Piatto che sapevano regalarci momenti di spensieratezza.

Ma ora parliamo del maestro Alberto Piatto. Nel lontano 1954 entrò nel Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni, non per motivi disciplinari bensì economici: dato che sua mamma non aveva la possibilità di farlo studiare lo mandò in collegio. Lì Piatto c’è stato per nove lunghi anni, subito dopo essersi diplomato entrò al Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli e ci rimase per sei anni; purtroppo, a causa dei problemi economici, non riuscì a diplomarsi. Non smise mai, però, di studiare e suonare la tromba, iniziando anche a muovere i primi passi nel mondo della musica e a farsi notare.

Era bravo, è bravissimo tuttora. Il suo “maestro” è stato Vito Russo, grande musicista aversano, se lo portò con lui facendolo suonare in tutta Italia. Russo aveva un gruppo all’epoca che si chiamava “Vito Russo e i 4 Conny”. Una bellissima esperienza quella con i quattro, una formazione fatta direttamente “sul campo”. Un connubio, il loro, che è sfociato in una vera e sincera amicizia: difatti il maestro Russo è stato anche testimone delle nozze di Alberto Piatto nel 1969. Nella sua carriera Piatto ha anche suonato con l’amico Enrico Cascella e con il grande sassofonista aversano Tony Balsamo. Altri incontri eccellenti li ha avuti con il grande Nini Rosso e negli ultimi tempi ha conosciuto anche Nello Salza, “la tromba del cinema italiano”. Inoltre, altri grandi nomi della musica con cui ha suonato sono stati Rocky Roberts, Wess, “I Mantas” “I Cabala”, la “Black Market Band”.

Un aneddoto da citare: quando ricevette da Toto Cutugno un’offerta di lavoro, Piatto si recò a Milano ma la sua Aversa gli mancava troppo e dopo pochi giorni salutò Cutugno e tornò a casa sua. Le coincidenze della vita vollero che lo stesso Cutugno venisse ad Aversa molti anni dopo a cantare in occasione della festa della Madonna di Casaluce. Ebbene, il grande cantautore italiano si ricordò di Piatto, di quel bravissimo trombettista aversano, tanto da invitarlo con lui sul palco. Ora il buon maestro lo possiamo ascoltare e vedere su Facebook dove ci regala dei video “fatti in casa”, piccoli carnei dove la protagonista è sempre la sua tromba, una base musicale col computer e come telecamera il suo cellulare, a vederlo si resta ammirati e, se vogliamo, si sente tanta nostalgia degli anni belli quando la musica era vera e “sudata”.

“Caro Donato, mi hai chiesto da grande cosa voglio fare. Ti dico che sinceramente voglio restare quello che sono, senza pretendere niente, mi diverto e voglio continuare a divertire fino a che Dio mi dà la forza, anche perché il 3 febbraio compio 74 anni”. Auguri da tutti noi, caro maestro di musica e di vita.

di Donato Liotto

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