Conte chiede “un unico seggio Ue all’Onu” affinché “l’Europa abbia una voce”

di Redazione

Nel suo intervento al Parlamento europeo a Strasburgo, il premier Giuseppe Conte ribadisce l’idea di un unico seggio Ue all’Onu. “Nessuno Stato membro europeo può da solo giocare un ruolo significativo. Di qui l’auspicio che una voce europea unita trovi spazio anche al Consiglio di Sicurezza dell’Onu”, chiede Conte per cui “l’Unione Europea deve muoversi in modo coordinato e deve parlare con una sola voce”.

“L’Unione Europea deve saper parlare al mondo – precisa -. Un’Europa forte, ambiziosa e coesa è innanzitutto necessaria per migliorare la sua capacità d’interlocuzione con gli Stati Uniti. Come ho affermato sin dal mio primo discorso al Parlamento Italiano, crediamo fortemente nel rapporto transatlantico. Con Washington dobbiamo dunque continuare a operare per preservare il valore strategico delle nostre relazioni, in cui prevalgono di gran lunga le cose che ci uniscono, prima di tutto valori e principi, rispetto ad ogni possibile differenza e incomprensione”.

Secondo il presidente del Consiglio, “la politica europea, di fronte a una crisi economica senza precedenti, si è ritratta impaurita al di qua della fredda grammatica delle procedure, finendo col perdere progressivamente il contatto con il suo popolo e rendendo sempre più incolmabile la distanza, che non è solo geografica, tra Bruxelles e le tante periferie del Continente. La politica ha rinunciato alla sua funzione legittimante e rappresentativa, apparendo distante e oligarchica”.

“I dissidi – prosegue Conte -, anche sul piano bilaterale rappresentano più l’effetto che la causa di una incapacità dell’Europa di proporre soluzioni. E’ questa incapacità, non i dissidi, che affievoliscono la forza propulsiva del progetto europeo”.

Per il premier l’unico antidoto per combattere le “derive nazionalistiche”, oltre che “contro la mancanza di lavoro” è una Ue più equa e solidale. Bisogna pensare anche a formule coraggiose come un’assicurazione europea contro la disoccupazione”. “Il divario nella disoccupazione, soprattutto giovanile, fra alcune aree europee svantaggiate ed altre con eccellenti tassi di occupazione, aumenta, fino a favorire chiusure nazionalistiche, se esso deve essere affrontato solo con politiche nazionali – aggiunge -. Le aree avvantaggiate cercheranno di assicurarsi contro politiche europee percepite come un costo, mentre le aree svantaggiate su base nazionale non riusciranno, se non in minima parte, a reperire risorse per compiere effettivi progressi”.

In merito al tema dei flussi migratori, Conte sostiene che “l’Europa non può continuare ad affrontarli in una prospettiva emergenziale, bensì deve affidarsi a un approccio strutturale in modo da pervenire a soluzioni stabili ed efficaci. Senza una strategia di gestione europea multilivello dei flussi migratori, ne risulta compromessa la stessa tenuta dell’Europa unita. Una strategia europea deve affrontare con la giusta priorità, con approccio multilivello, i movimenti primari. In caso contrario, i movimenti secondari non saranno mai davvero sotto controllo”.

Il primo ministro lancia quindi un appello in vista della nuova legislatura: “L’inadeguata e insufficiente solidarietà all’interno dell’Unione Europea spiega anche perché l’Europa fatichi e tardi ad essere più equa e sociale. La nuova legislatura europea deve perseguire con maggiore decisione e come urgente priorità la lotta contro la disoccupazione e il sostegno alla crescita”.

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