“Speranza Provinciale” sostenuta da preti e religiosi casertani

di Redazione

Giuseppe VozzaCASERTA. Dieci parroci edue comunità religiose firmano un appello a sostegno del movimento civico “Speranza Provinciale” del candidato presidente Giuseppe Vozza.

… con una lista di 40 donne e uomini provenienti dall’associazionismo laico e dal mondo cattolico di base impegnato nel sociale.

Lo scorso 23 marzo una lettera aperta“ai preti, religiose/i delle diocesi della Provincia di Caserta” è stata promossa e sottoscritta, da don Crescenzo Abbate, parroco della parrocchia della Trasfigurazionedi Succivo; don Franco Alfieri, parroco della parrocchia di “San Rufino”di Mondragone; don Marcellino Cassandra parroco della parrocchia Santa Maria Assuntadi Lusciano; don Franco Catrame, parroco della parrocchia di Santa Maria Assuntadi Recale; don Paolo Dello Stritto, parroco della parrocchia di San Michele Arcangelodi Marcianise; don Oreste Farina, parroco della parrocchia di Santa Maria della Pietàdi San Nicola La Strada; don Stefano Giaquinto, parroco della parrocchia di Santa Maria della Vittoriadi Casagiove; don Roberto Guttoriello, parroco della parrocchia di San Michele Arcangelodi Mondragone; don Nicola Lombardi, parroco della parrocchia di Santa Maria Assunta di Mezzano di Caserta; don Mimì Vozza, parroco della parrocchia di San Vincenzo martiredi Briano di Caserta, insieme alla Casa Zaccheo dei Padri Sacramentini di Caserta ed ai Missionari Comboniani di Castelvolturno.

I preti ed i religiosi partono dalla definizione di politica come “servizio al bene comune ed espressione più alta della carità sociale”, ribadita nel documento della Conferenza Episcopale Italiana “Per un paese solidale: Chiesa italiana e mezzogiorno”.

I religiosi casertani sostengono che il documento Cei sul Mezzogiorno punta il dito anche “sulla situazione, a dir poco allo sbando, della politica attuale sul Meridione ‘collettore di voti’ e sulle responsabilità della Chiesa stessa che ‘deve ancora recepire sino in fondo la lezione profetica di Giovanni Paolo II e l’esempio dei testimoni morti per la giustizia’. Da questo scaturisce una riflessione su come stiamo affrontando, personalmente e come comunità ecclesiali, questa ennesima tornata o, come qualcuno l’ha definita, ‘bolgia’ elettorale”.

“Speranza Provinciale – sottolineano i firmatari – si è data un codice etico forse unico nei suoi contenuti, si pone al di fuori di ogni schieramento partitico e di interesse di coalizioni, ha un programma mirato allo sviluppo delle tipologie più caratteristiche del territorio. Riteniamo siano doverosi e urgenti atti e gesti di alta responsabilità umana ed etica. Crediamo che è proprio in questo nostro momento storico, così ‘buio e triste’, che diventa indispensabile per noi un imperativo: essere abitati e aperti alla speranza”.

La lettera si chiude con l’auspicio che i cristiani ed i consacrati della provincia di Caserta possano maturare scelte libere, coraggiose e piene di speranza per “amore del mio popolo” come scriveva con la forza della parrhesia il nostro indimenticabile confratello don Peppino Diana”.

Cara consorella, caro confratello,

Bisogna dunque favorire in tutti i modi nuove forme di partecipazione e di cittadinanza attiva, aiutando i giovani ad abbracciare la politica, intesa come servizio al bene comune ed espressione più alta della carità sociale”.

È uno dei passaggi più significativi, il n. 11, dell’ultimo e recentissimo documento della Conferenza Episcopale Italiana (CEI): “Per un paese solidale: chiesa italiana e mezzogiorno” (Roma, 21 febbraio 2010 – I domenica di Quaresima).

Questa e altre affermazioni molto forti e chiare sulla situazione, a dir poco allo sbando, della politica attuale sul Meridione “collettore di voti” (n. 5) e sulle responsabilità della Chiesa stessa che “deve ancora recepire sino in fondo la lezione profetica di Giovanni Paolo II e l’esempio dei testimoni morti per la giustizia” (n. 9), ci hanno fatto molto riflettere su come stiamo affrontando, personalmente e come comunità ecclesiali, questa ennesima tornata o, come qualcuno l’ha definita, “bolgia” elettorale.

Crediamo che non a caso questo documento ha visto la luce all’inizio della Quaresima e in prossimità delle elezioni: è un invito chiaro a cambiare, ad “osare il coraggio della speranza” (n. 20).
Condividiamo il commento che ne fa il giudice Raffaele Cantone: “Il documento della CEI contiene una chiara e definitiva scelta di campo quando indica, con tanto di nomi e cognomi, i modelli di impegno a cui i cattolici veri devono rifarsi e cioè don Pino Puglisi, il ‘nostro’ don Peppino Diana ed il giudice Rosario Livatino uomini che hanno coniugato la fede con l’azione concreta contro le mafie e che, per tali ragioni, hanno pagato con la vita” (Il Mattino, 27 febbraio 2010).

Per questi e tanti altri motivi abbiamo sentito il desiderio, innanzitutto, di informarvi sul coraggioso movimento “Speranza Provinciale” che si presenta alle prossime elezioni provinciali. Il nostro intento è che si ponga la dovuta attenzione al suo programma per favorire in ogni elettore un serio discernimento in vista di un voto convinto e responsabile immune da logiche di scambio.
Personalmente crediamo che il Movimento “Speranza Provinciale” meriti un surplus di fiducia per il coraggio che ha di voler dare dignità civile a questo martoriato territorio che attende resurrezione puntando “sulle tante espressioni di resistenza e di impegno civile presenti nel territorio di Terra di Lavoro che hanno dimostrato in tanti anni di impegno e volontariato serietà disinteressata per la cosa pubblica” (Sergio Tanzarella, C’è speranza, Lettera aperta ai cittadini della provincia di Caserta, 31 dicembre 2009).
“Speranza Provinciale” (www.speranzaprovincialecaserta.org) si è data un codice etico forse unico nei suoi contenuti, si pone al di fuori di ogni schieramento partitico e di interesse di coalizioni, ha un programma mirato allo sviluppo delle tipologie più caratteristiche del territorio. Come ha scritto Nicola Melone già preside della facoltà di Matematica (SUN): “Speranza Provinciale è un movimento di cittadini che non vuole più turarsi il naso o rassegnarsi alla cultura dell’inevitabilità del dramma che stiamo vivendo”.

Amiche, amici nel ministero o nella semplice ed essenziale fede nella Vita, crediamo anche noi che “per essere ‘fedeli’ a questa nostra storia, a questa nostra terra e alle tante storie accolte, siano doverosi e urgenti atti e gesti di alta responsabilità umana ed etica. Crediamo che è proprio in questo nostro momento storico, così ‘buio e triste’, che diventa indispensabile per noi un imperativo: essere abitati e aperti alla speranza” (Suor Rita e le consorelle Orsoline di Casa Rut di Caserta).

A tutte e a tutti l’augurio che questa lettera contribuisca all’informazione, aiuti l’approfondimento perché nel discernimento possiamo tutte e tutti maturare scelte libere, coraggiose e piene di speranza per “amore del mio popolo” come scriveva con la forza della parrhesia il nostro indimenticabile confratello don Peppino Diana.
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