Marcianise ospita il poeta americano Paul Polansky, personaggio leggendario per il suo impegno a difesa dei diritti umani delle popolazioni Rom in Europa. L’evento, che si terrà giovedì prossimo (21 febbraio), alle ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale “G. Andrisani” (in via A. Vespucci, 7), vedrà il coinvolgimento attivo della cittadinanza e in particolare delle scuole e delle istituzioni culturali marcianisane.
L’iniziativa è promossa dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la “Casa della Poesia” di Baronissi con la quale il comune di Marcianise ha stipulato un protocollo d’intesa al fine di ideare e organizzare una programmazione culturale di livello internazionale che consenta di ospitare e incontrare periodicamente nella città casertana prestigiosi autori provenienti da diverse parti del mondo.
Intenso e articolato il programma della serata coordinata dall’assessore alla cultura Elpidio Iorio. Dopo i saluti e l’introduzione del sindaco Antonello Velardi, intervengono Sergio Iagulli e Raffaella Marzano, direttori di Casa della Poesia, e Daniela Borrelli, docente e scrittrice. Polansky, per suo espresso desiderio, dialogherà con i giovani e gli allievi delle scuole di Marcianise che avranno la fortuna di confrontarsi con un combattente, un uomo coraggioso, uno straordinario protagonista del nostro tempo apprezzato nel mondo per le sue qualità umane e letterarie, definito “voce dei senza voce” per aver dato parola e visibilità a coloro che vivono nell’ombra, i poveri, gli emarginati, gli ultimi.
Polansky è un romanziere, un poeta, un antropologo, un documentarista, un fotografo. Ma resta soprattutto un combattente. Molte delle sue opere poetiche descrivono le atrocità commesse da cechi, slovacchi, albanesi ed altri contro i Rom. Ha anche svolto studi accurati sui campi di concentramento nazisti nei quali venivano trucidate, insieme a quelle ebraiche, intere comunità Rom. La sua è una poesia che scuote, denuncia e tenta di svegliare le coscienze. Una sorta di pugno in faccia contro chi emargina i rom. Dentro i suoi versi ci sono le voci, le storie di questo popolo, le loro credenze, le tradizioni, l’emarginazione, il dolore. Ma anche la dignità, l’allegria, le leggende. Straordinario interprete di quella poesia civile che insiste sulle relazioni tra parola e azione, tra versi e realtà, impiegando comunque le forme e i linguaggi propri della poesia: musica, bellezza, incanto, forza espressiva e intensità del dire. Paul ha trascorso oltre 20 anni della sua vita tra Rom e Sinti, raccogliendo più di 400 testimonianze orali in 19 paesi che sono state racchiuse in tre grossi volumi di storia orale (1549 pagine), un’opera unica nel suo genere, veramente senza precedenti. E’ nota infatti la riluttanza da parte dei Rom a rivelare i propri segreti ai Gadjo, ovvero ai non gitani. Ostacolo aggirato da Polansky grazie alla fiducia e al rispetto che queste popolazioni ripongono in lui. Ha fondato e diretto diverse organizzazioni umanitarie e coordinato progetti di aiuto e salvaguardia di queste popolazioni nel Kosovo e in Serbia per conto delle Nazioni Unite, della Society for Threatened Peoples, della Voice of Roma. Nel 2004 è stato insignito del prestigioso Weimar Human Rights Award, consegnatogli dal Nobel Günter Grass.
PAUL POLANSKY, discendente di una famiglia di immigrati cechi, Paul Polansky è nato nel 1942 a Mason City (Iowa, Usa). Negli anni giovanili primeggia nell’attività sportiva, football americano e pugilato in particolare. Abbandona gli Usa per evitare di essere arruolato per il Vietnam e si trasferisce a Madrid dove fa il giornalista free lance e scrive guide turistiche. Lasciata la capitale per esplorare la Spagna rurale, scopre la corrida e la caccia, si dedica a diversi sport e soprattutto esplora a cavallo le alte sierras venendo presto in contatto nei suoi vagabondaggi picareschi con vari gruppi gitani. Poi, intraprendendo una lunga ricerca sulle origini della propria famiglia, si trasferisce in Cecoslovacchia. È qui che nel 1991 scova i documenti su un campo di concentramento costruito a Lety, in Boemia, durante la seconda guerra mondiale. Un lager riservato agli zingari, gestito da cecoslovacchi e comandato dal principe Karel VI di Schwarzenberg, padre del ministro degli esteri dell’attuale governo ceco. Un lager, le cui tracce sono state cancellate sotto un allevamento di maiali, di cui nessuno voleva più parlare: Polansky, invece, va a cercare i sopravvissuti.
Trascorre oltre 20 anni della sua vita tra rom e sinti, raccogliendo più di 400 testimonianze orali in 19 paesi. Dal 1999 dirige progetti di aiuto e salvaguardia di queste popolazioni nel Kosovo e in Serbia per conto delle Nazioni Unite, della Society for Threatened Peoples, della Kosovo Roma Refugee Foundation (ONG fondata da Polansky stesso), della Voice of Roma. Una delle sue battaglie principali, durata oltre dieci anni, ha riguardato la denuncia delle condizioni di alcuni campi di rifugiati Rom nella zona di Mitrovica (Kosovo), in cui si sono registrate numerose morti per avvelenamento da piombo. Nel 2004 è stato insignito del prestigioso Weimar Human Rights Award, consegnatogli dal Nobel Günter Grass.
Autore prolifico, la sua produzione è fortemente incentrata sulle sue lotte civili e sociali. Ha pubblicato tra l’altro le seguenti raccolte di poesie: Stray Dog (Praga 1999), Not a Refugee (Sebastopol 2000), The River Killed My Brother (Praga 2000), Blackbirds of Kosovo (Oakland 2001), Living Through It Twice (Praga 1998), Bez domova v srdci Ameriky / Homeless in the Heartland (Praga 2002), Bus Ride in Jerusalem (Pristina 2003), To UNHCR, with Love (Praga 2003), Where Is My Life? (Split 2004) e Kosovo Blood, Sarah’s People, UN-Leaded Blood, Safari Angola, Gypsy Taxi (edite a Nish, rispettivamente nel 2004, 2005, 2005, 2006, 2007). In Italia è uscita nel 2009 l’antologia Unfeated / Imbattuto, che riunisce i versi composti tra il 1991 e il 2008 (trad. di V. Confido, Multimedia Edizioni, Baronissi) e nel 2010 la silloge Boxing Poems / Poesie sul pugilato (trad. di I. Costanzo, Volo Press, Lonato del Garda 2010). Ha pubblicato anche i racconti Black Silence (Praga 1998) e il romanzo The Storm (Praga 1999). Durante i lunghi anni trascorsi a contatto con i Rom, Polansky ha raccolto le loro storie di tradizione orale in un’opera in tre volumi, One Blood, One Flame, usciti tra il 2007 e il 2008 a Nish. Nel 2011 è apparsa in italiano La mia vita con gli zingari (pref. di P. Marcenaro, trad. di V. Confido, Datanews, Roma).