I carabinieri di Napoli hanno arrestato 30 persone ritenute affiliate al clan camorristico dei Sequino nel Rione Sanità di Napoli dove si contende il predominio del territorio e del mercato dell’estorsione e della droga con il clan Vastarella. Lo scontro tra clan ha fatto registrare, nel corso degli ultimi mesi, l’aumento del fenomeno delle “stese” (raid con colpi di pistola esplosi a scopo intimidatorio nelle zone della cosca rivale).
Gli arrestati sono destinatari di due diverse ordinanze: le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto abusivo di armi e spaccio di stupefacenti. Tutti i reati sono aggravati da finalità e metodo mafiosi. Secondo quanto emerso dalle indagini la guida del clan Sequino è sempre rimasta nella mani dei capi storici Salvatore e Nicola Sequino, che davano gli ordini agli affiliati anche dal carcere, durante i colloqui con i familiari.
Dalle indagini è emerso che il clan Sequino incassava il pizzo da un centro scommesse sotto forma di puntate sulle partite di calcio. I boss scommettevano anche 500-600 euro ogni volta, ma senza mai pagare il centro scommesse. Pretendevano, invece, la somma vinta in caso di esito positivo della puntata. Durante il blitz, i carabinieri hanno anche sequestrato un importante quantitativo di droga e un vero e proprio arsenale costituito da un kalashnikov, 5 pistole, una mitragliatrice e 3 fucili. Recuperati anche numerose munizioni e un distintivo falso di riconoscimento della Guardia di Finanza. Droga e armi sono stati trovati nella roccaforte del clan Sequino.
Nel corso delle indagini sono state anche arrestate in flagranza di reato quattro persone, a cui sono stati sequestrati circa 1,3 chili di cocaina. In quest’occasione gli investigatori sono riusciti a provare che, in alcuni casi, l’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti avveniva in Calabria, direttamente dalla ‘ndrangheta.
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