CASERTA. Le dimissioni del segretario provinciale del Pd Enzo Iodice non sono state un fulmine a ciel sereno, e forse, nel marasma generale in cui è caduto il partito, è lunico vero atto di coraggio post-elezioni.
La sostanziale differenza di consensi ottenuti alle regionali e alle provinciali sottolineano proprio la mancanza di stima che lelettorato ha mostrato nei confronti della classe dirigente. Un dato è certo. Il Partito Democratico è unentità a sé stante, non radicata sul territorio e fatta di troppe correnti e troppi personalismi. È lo stesso Iodice ad ammetterlo, affermando anche dovrebbe essere un atto di molti piddini: insomma lui si assume le proprie responsabilità ma anche gli altri dovrebbero fare lo stesso.
Intanto, si attende la prossima settimana quando in assemblea provinciale lex sindaco di Santa Maria Capua Vetere rassegnerà ufficialmente le dimissioni. E dopo? La caccia al successore è cominciata. In pole sembrerebbe esserci Lucia Esposito, la candidata di Area Democratica, già assessore provinciale allIstruzione, prima dei non eletti al consiglio regionale. Ma in queste ore si parla di un ripescaggio nella conta delle preferenze e quindi di una sua ricollocazione in Consiglio regionale. Quelli dellarea bassoliniana, Natalizio e Fabozzi, puntano tutto sui nomi di Nicola Ucciero, anche egli ex assessore provinciale della giunta De Franciscis, o di Gaetano Pascarella, ex sottosegretario Ds. Insomma, tanto per non cambiare minestra.
Aldilà dei proclami, si è ancora lontani dal proporre volti nuovi, gente capace di raccogliere consensi, di dare armonia e linfa nuova a ciò che è oramai è un aborto. E la situazione non cambia nella provincia. I circoli hanno invano invocato una stabilizzazione prima della tornata elettorale. Una stabilizzazione che avrebbe permesso un utile lavoro ai militanti. Ma la richiesta è caduta nel vuoto. Molte grandi città, come Aversa, hanno duramente pagato il prezzo di tale azione. Regionali il 16%, provinciali appena il 12%. Un dato mai riscontrato nella città normanna. Una situazione dovuta alla mancanza totale di politica sul territorio, di programmazione e di militanza.
I congressi cittadini si avvicinano, presto, si spera, le cose cambieranno, ma si spera anche che nessuno metta “le mani sopra” le tessere, le logiche ed i poteri che determina le cose. Si spera che lordine naturale di chi vuol lavorare sia ristabilito. Si spera che inizi una nuova fase fatta non di “nominati” ma di persone capaci e che realizzino finalmente il progetto del Pd.