Mentre si avvicina la data del 6 marzo, quando il Tar Campania deciderà sul ricorso contro il decreto di scioglimento derivante dalle dimissioni di 13 dei 24 consiglieri comunali presentato dall’ex sindaco Enrico De Cristofaro e da alcuni ex consiglieri di maggioranza, altri quattro dimissionari si costituiscono nel procedimento con il teatro della politica che, comunque non si ferma. Ma, andiamo per ordine partendo dai tentativi di De Cristofaro di costituire uno zoccolo duro intorno alla sua seconda candidatura da sindaco.
«Enrico – ha dichiarato l’assessore uscente Alfonso Oliva – mi ha invitato a sottoscrivere l’appoggio alla sua candidatura. Gli ho consigliato di stare fermo per un giro e di fare un passo indietro. Ma non credo mi starà a sentire». Al momento a sottoscrivere l’appello pro De Cristofaro sarebbero cinque ex amministratori tra cui la nipote Daniela, l’ex consigliere Renato Oliva, l’ex assessore Raffaele De Gaetano e l’ex presidente del consiglio comunale Augusto Bisceglia. Un risultato non certamente esaltante per chi sino a ieri ha ricoperto la carica politico – amministrativa più importante della città normanna. Ma De Cristofaro potrebbe anche tentare, attraverso il figlio Orlando e l’ex consigliere Stefano Di Grazia di impossessarsi di Forza Italia ridotta oggi, ad Aversa, ad un contenitore vuoto.
Da parte sua, Oliva è attivissimo per cercare di capire se ci sia spazio per una sua candidatura diretta dopo una lunga esperienza amministrativa sia come consigliere che come assessore. La sua area di riferimento il centrodestra, sta, infatti, strizzando l’occhio alla Lega, ma appoggi potrebbero venire anche dal parlamentare europeo del Partito Democratico Nicola Caputo con il quale avrebbe avuto abboccamenti insieme all’ex consigliere Daniele Sbano. A Sinistra del Partito Democratico si starebbe muovendo qualcosa grazie all’attivismo di Luca De Rosa, ex assessore di Lello Ferrara e candidato al parlamento per Potere al Popolo dopo aver militato in Rifondazione Comunista.
Intanto, attraverso l’avvocato Fabrizio Perla, si sono costituiti nel giudizio intentato da De Cristofaro e soci Paolo Santulli ed Elena Caterino (per il Pd), Nicla Virgilio (per Fi) e Mario Tozzi (indipendente), in rappresentanza dei dimissionari. Il legale dei quattro, nella sua comparsa di costituzione, ha evidenziato che, intanto, il 21 febbraio, «è stato emanato il Decreto di scioglimento del Presidente della Repubblica del 21 febbraio scorso, di talché il ricorso avverso la disposta sospensione prefettizia è allo stato evidentemente improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse».
In particolare si punta all’obiettivo di fatto e non virtuale: «Nella fattispecie in esame, infatti, in considerazione dell’elemento fattuale per il quale ben 13 consiglieri, davanti ad un notaio, hanno rassegnato le dimissioni, volendo concretamente determinare la dissoluzione dell’organo consiliare e comunque sostanzialmente sfiduciando il sindaco, emerge con chiarezza il fatto che quest’ultimo non disponga in alcun modo della maggioranza». Di conseguenza, secondo i resistenti, Ne consegue, «anche nel caso di ipotetico accoglimento della sua tesi, l’effetto ripristinatorio conseguente all’annullamento dell’atto non avrebbe affatto come conseguenza quella di poter amministrare – ovvero il conseguimento del bene sostanziale al quale dichiara di aspirare con il ricorso – ma semmai l’effetto opposto. Ciò evidenzia, con chiarezza, la sostanziale carenza di interesse ad agire in capo ai ricorrenti, che sussiste e apparentemente, solo sul piano meramente formale».